mercoledì 10 novembre 2010

BABBO NATALE ESISTE

In linea con lo spirito della Leopolda, il buongiorno di Gramellini, perchè i sogni si fa presto ad ammazzarli.

La pubblicità francese di una banca mostra un padre che annuncia al figlio cresciutello: «Ho una brutta notizia da darti: Babbo Natale non esiste». Si tratta, immagino, di una denuncia ironica dei «bamboccioni». L’ironia è diventata il lasciapassare di qualsiasi bischerata. Se mostri una donna con un filo interdentale al posto della gonna sei volgare. Ma se la mostri spiegando che si tratta di una rivisitazione ironica della volgarità altrui, allora qualcuno ti considererà un genio. Purtroppo o per fortuna i bambini non conoscono l’ironia, frutto del disincanto. Si nutrono di sogni e di certezze: per loro Babbo Natale, che diamine, è Babbo Natale. E lo spot negazionista li ha sconvolti, provocando crisi di pianto in tutta la Francia, con conseguenti arrabbiature dei genitori nei confronti della tv cinica e bara.
Inutile dire che hanno ragione. Babbo Natale esiste. Lui e la Befana sono gli unici baluardi di meritocrazia in questa società che non riesce più a premiare e a punire nessuno. Solamente nel mondo vero, quello echeggiato dai miti, la giustizia funziona ancora. Sei stato bravo? Regali. Cattivo? Carbone. Senza favoritismi, ripescaggi, raccomandazioni. Anziché tolte ai piccoli, certe sicurezze andrebbero restituite ai grandi. Magari la tv ci trattasse da bambini. Invece ci tratta da deficienti. Con una mano nasconde le questioni sociali e con l’altra irride gli archetipi universali. Babbo Natale galoppa con le sue renne in un angolo dei nostri cuori, ma è un vecchietto fragile: per ucciderlo, a volte, basta una battuta.

BASTA POCO PER PEDALARE

C'è chi a Milano dice di voler ridurre il traffico rifacendo C.so Buenos Aires senza nemmeno una pista cicablile come la Moratti, e chi, come Stefano Boeri, in Buonos Aires ci va per metterla la pista cicalbile, perchè ci vuole davvero poco.
Cambiamo città, restiamo a Milano.

martedì 9 novembre 2010

IL BUIO

Questo paese è dentro un tunnel, in cui tutto è buio, e l'università, il ponte verso il futuro per l'Italia, é accerchiata da tre-monti muniti di forbici.
Fra i 200 atenei migliori al mondo non c'è n'è nessuno italiano.
C'è da rimboccarsi le maniche, c'è da ripartire da qui.

FIRENZE, CON IL CUORE E CON LA TESTA.

Avevo scritto prima di andare i motivi per cui avevo scelto di partecipare a Prossima fermata Italia alla Leopolda.
Oggi sono tornato e mi chiedono tutti:" Allora, sei pronto a rottamare?", rispondo così:

Avevo scritto nell'ultima frase del post prima di partire per Firenze che volevo provarci con la testa e con il cuore; ecco, dopo essermi preso un giorno di tempo per riuscire ad essere un po' più distaccato emotivamente, quello che mi rimane coinvolge il cuore e la testa.

A Firenze il cuore è stato colpito più volte, dalla bellezza di essere insieme a tante persone, dalle lacrime scese per il discorso di Matteo e Pippo, per l'overdose di speranza, per la bellezza della stazione, perchè c'erano delle reti wi-fi, perchè c'erano tanti giovani, perchè ancora tanta gente crede alla politica, quella buona, perchè eravamo fieri di essere dentro il Pd mentre applaudivamo la platea romana, perchè tirava un'aria buona e perchè durante gli spezzoni dei film veniva la pelle d'oca.
Alla Leopolda la testa è stata mitragliata da buone idee. Sull'immigrazione che non può far paura ma deve essere una risorsa, sul fisco scaricando tutto e tutti, sui diritti civili perchè tutti devono avere il diritto alla felicità, sulla cultura e sulla scuola, perchè con la divina commedia noi non ci facciamo un panino, ma scommettiamo sull'Italia e poteri andare avanti.

A Firenze mi sono sentito a casa, a Firenze ho pensato che le elezioni le possiamo vincere, a Firenze ho sentito che la prossima fermata davvero può essere l'Italia, a Firenze ho capito che il futuro è nostro, perchè insieme a tanti compagni di viaggio siamo in grado di costruirlo, perché ci andremo a prendere il nostro partito non perchè siamo giovani, ma semplicemente perchè siamo più bravi.
Arrivederci alla prossima stazione!

TRAM TAGLIANDO

Atm e la Moratti stanno disintegrando il sistema tranviario milanese, c'è chi invece sta cercando di migliorare il servizio, perchè per far entrare meno macchine a Milano e rendere l'aria più respirabile serve che i mezzi siano potenziati, non azzoppati.
P.s. se fai le linee metropolitane, ma poi ai caplinea non costruisci i parcheggi affinchè i pendolari possano lasciare la macchina per poi prendere il mezzo, beh, sei una volpe!

LO SCEMPIO DELLE FAMIGLIE

Sono cattolico (premessa).
Quello che è successo ieri alla conferenza per le famiglie è uno scempio per svariati motivi.
  1. continuare a tenere come riferimento culturale un certo tipo di famiglia mi può anche star bene, ma fare finta che le altre non esistono, non prenderne atto, non aiutarle, non considerarle, non elaborare strumenti legislativi che le possano tutelare è una assurdità. Quando i cattolici capiranno che l'imposizione legislativa di un modello culturale non serve a nulla? e' solo attraverso l'esempio e la vita delle persone che eventualmente si passao un certo tipo di ideali, non con le leggi e le imposizioni.
  2. Chi lavora dentro le istituzioni ha il DOVERE  di riconoscere i muatmenti della società (la famiglia di cui hanno parlato ieri è quella degli anni '50) e di accompagnarli con leggi che tutelino la felicità dei cittadini (siano etero, omosessuali, cattolici, atei, musulmani, ebrei, sposati o conviventi ecc ecc).
  3. Quello che il governo sta facendo per le famiglie è 0. 0 aiuti ai figli (nessuna politica degli asili, tagli alle scuole eliminando il tempo pieno, nessuna agevolazione per i figli grandi nell'entrare nel mercato del lavoro, dato che la disoccupazione giovanile è al 25%), 0 aiuti alle mamme (basti vedere quanto le donne sono discriminate), 0 aiuti alle famiglie in difficoltà (non ci sono politiche per il lavoro, non ci sono politiche per lo sviluppo, anzi no, scusate, c'è la social card, andiamo bene!!).

lunedì 8 novembre 2010

WiFi LIBERO, FORSE SI', ANZI NO.

A chi pensa che liberare il wi-fi come negli altri paesi europei sia un rischio, consiglio di leggere questo interessante articolo. Penso proprio che alla fine cambierete idea.
Attenzione però, quello che propone Maroni non è liberare le connessioni wi-fi, quindi a chi aveva cantato vittoria per la decadenza del decreto Pisanu dall'1 Gennaio 2011 dico di stare in campana, la strada è ancora (purtroppo) lunga.

UN MAGNIFICO PRANZO IN VIALE PADOVA

A Milano succede che succedono cose belle, danno la sensazione che vivere la città in un altro modo è possibile adesso.
Una persona che pensa iniziative del genere può e deve avere la credibilità per fare il sindaco, al di là delle polemiche sterili e dei soliti commenti da vecchi e perdenti radical chic di sinistrsa.
Stefano Boeri sindaco, cambiamo città, restiamo a Milano (e, aggiungo io, vinciamo le elezioni)

MATTEO A FIRENZE







L'INTERVENTO DI PIPPO

PAROLA D'ORDINE: SERVIZIO (il mio intervento alla Leopolda)

In questo momento c’è una distanza abissale fra la politica e la vita delle persone, a molti di voi sarà capitato di sentire, che è tutto un magna magna, che i politici sono tutti ladri e via dicendo. La cosa più grave è che a pensarlo spesso sono ragazzi di 18, 20, 25 anni.
A me questa cosa fa star male, perché c’è gente che ha messo in gioco la propria vita per fare la Politica con la P maiuscola, per esempio il sindaco Vassallo.
Ecco allora io credo che se c’è una parola da cui bisogna muoversi per fare la rivoluzione è proprio Servizio. C’è bisogno di persone che sappiano mettersi al servizio di un’idea, delle persone, di chi ci vota o vota il nostro partito, dei compagni di partito, dell’Italia.
Mi sono stufato delle persone che continuano a lamentarsi ininterrottamente e non fanno mai niente per cambiare le cose, io scelgo di tirarmi su le maniche (per citare il segretario, mio segretario Pigi), e di provare a cambiarla questa realtà, perché a chi mi dice che siamo la generazione di chi non avrà quello che hanno avuto i nostri genitori io rispondo che non è vero, avremo qualcosa di diverso, e starà a noi far diventare il nostro futuro un presente migliore.

Le cause e gli effetti di questo mettersi al servizio sono tre:

1 – Concretezza
Mettendoci al servizio delle persone, ascoltandole smettendo per un momento di ascoltare noi stessi, capendo ciò che le angoscia, ciò che le opprime, potremo ritrovare quella concretezza che oggi abbiamo completamente dimenticato. La premura più grossa per chi fa politica deve essere quella di risolvere i problemi della gente, e per risolverli bisogna conoscerli, studiarli, toccarli con mano sporcandosi le mani (che vuol dire andare nelle scuole, nei call center, in mezzo al Seveso se abitate a nord di Milano). E per fare questo l’unico modo è stare dentro i circoli, che sono il nostro collegamento più profondo con l’Italia, con le persone, con i problemi e le inquietudini delle persone.

2 - Umiltà
Per fare politica e mettersi al servizio della comunità ci vuole umiltà, ci vuole che non ci si senta arrivati, ci vuole il rispetto per gli altri. Con umiltà si ascolta meglio chi è di fronte, non gli si parla sopra, non lo si mette in difficoltà, si cerca di comprenderlo. Con umiltà si ascolta chi ne sa un po’ di più e con umiltà si antepone la soluzione dei problemi alla propria ambizione personale. Con umiltà bisogna fare politica al mercato, fuori da scuola, in università, nei call center, e non solo dentro i circoli e dentro le istituzione, perché l’istituzione più grossa del nostro paese sono le persone che ci vivono. Con umiltà si fa politica parlando della buca per strada, della crepa nella scuola e non solo di massimi sistemi.

3 - Passione.
Chi si mette al servizio deve avere gli occhi che brillano per la passione, la passione che spinge a credere alla possibilità di un futuro migliore, in cui ci sarà la banda larga libera, i lavoratori tutelati, i giovani agevolati nell’uscire dalla casa dei genitori, gli immigrati trattati come persone e cittadini normali, la scuola come il motore del paese, l’ambiente come risorsa da rispettare, e via così.
Dopo vent’anni che una persona siede nello scranno del parlamento è anche normale che la passione si affievolisca, ed è bene che venga sostituita da un’altra con più slancio e voglia di cambiare le cose.

E’ con questa passione per il futuro che si fa la rivoluzione. E allora per andare davvero oltre serviranno persone che sappiano mettersi al servizio con passione, con umiltà, con concretezza. Come dice Stefano Boeri candidato sindaco alle primarie di Milano, è impegnandosi a cambiare tante piccole cose che si raggiungono i cambiamenti più grandi. Cambiamo Paese, restiamo in Italia.

P.s. Grazie a Claudio per le foto e a Claudio (lo stesso di prima) e Tiziana per avermi spinto a parlare e per avermi "accompagnato".

domenica 7 novembre 2010

IVAN ALLA LEOPOLDA

Un bell'intervento di Ivan. C'è un solo Pd, c'è un'urgenza di vivere il nostro tempo.

4 MINUTI DI LEOPOLDA

CARTA DI FIRENZE, A BUON INTENDITOR

(...)
Ci accomuna il bisogno di cambiare questo Paese, un Paese con metà Parlamento, a metà prezzo, un Paese dalla parte dei promettenti e non dei conoscenti. Che permetta le unioni civili, come nei Paesi civili; che preferisca la banda larga al ponte sullo Stretto; che dica no al consumo di suolo, e sì al diritto di suolo e di cittadinanza. Un Paese in cui si possa scaricare tutto, scaricare tutti; che renda il lavoro meno incerto, e il sussidio più certo. Che passi dall'immobile al mobile, contro le rendite, e che riduca il debito pubblico, la nostra pesante eredità.

Vogliamo rispondere al cinismo con il civismo. Alla divisione con una visione. Alla polemica con la politica. E vogliamo farlo con la leggerezza di chi sa che il mondo non gira intorno al proprio ombelico e con la serietà di chi è capace anche di sorridere, non solo di lamentarsi.

Da Firenze, laboratorio di curiosità, vogliamo provare a declinare il coraggio contro la paura, condividendo un percorso di parole e di emozioni, di progetti e di sentimenti perché la prossima fermata sia davvero l'Italia. Un’Italia che oggi riparte dalla Stazione Leopolda, la Prossima Italia.