venerdì 19 luglio 2013

MORIRE DI RESPONSABILITA'

Torno a scrivere su questo blog dopo qualche tempo in cui ho sentito la necessità di stare in silenzio.
Silenzio indotto dal senso di responsabilità che ho avvertito nel momento in cui una piccola comunità, un gruppo di persone di cui ho stima, hanno deciso che sarei stato il Capogruppo del Pd in Consiglio di Zona 9, regalandomi l'onore (e l'onere) di essere loro guida e portavoce.
Silenzio indispensabile per comprendere a fondo le responsabilità che questo ruolo, seppur di infinitesimale importanza politica, porta con sé. Silenzio utile per individuare dei nuovi paletti entro i quali far coincidere la mia libertà con le nuove responsabilità. Silenzio fondamentale per intuire quali orizzonti politici immaginare e quali strumenti adottare per il nuovo, piccolo, compito di servizio al bene comune cui sono stato chiamato, che da una parte mi porta in alcuni momenti al silenzio, ma dall'altra mi spinge a dover prendere posizioni ineludibili per dovere nei confronti della comunità cui appartengo e per un forte richiamo della mia coscienza. Qualcuno di voi penserà che sto esagerando e che in fondo, essendo un impegno non particolarmente blasonato, non dovrei farmi tutti questi problemi.
Invece no.
Perché lo devo alle 22831 persone che hanno votato in Zona 9 il Pd, perché fin dai livelli più bassi abbiamo il dovere di dare l'esempio per poi poterci permettere, consci delle nostre azioni, di criticare i livelli superiori, perché c'è necessità di cambiare il lessico e i toni della politica e perché, in generale, serve maggior rispetto anche per le altre forze politiche nelle proprie dichiarazioni, alla ricerca di quella tensione alta, da praticare in Consiglio di Zona 9, che faccia scaturire il meglio e non, come accade irrimediabilmente da qualche anno a questa parte, il peggio.

Proprio in virtù di questo ragionamento posso permettermi di dire che non si può morire, come ha fatto oggi il mio partito al Senato, di senso di responsabilità.
Perché per fare politica serve avere una scala di valori forte e chiara. E la categoria della responsabilità non può essere anteposta a quella della verità. Così come la responsabilità di Governo non può sempre prevaricare la responsabilità nei confronti dei valori per cui i cittadini (quei pochi che ancora vanno a votare) ci hanno votato.
E proprio per il discorso che facevo prima, sulla ricerca di un compromesso alto, mi pare di poter dire che, se avessimo avuto il coraggio di anteporre la verità al senso di responsabilità, votando la mozione di sfiducia, avremmo forse raccolto l'occasione di ristabilire un equilibrio politico nei confronti del Pdl, perché poi la responsabilità di far cadere un Governo dopo la sfiducia al Ministro Alfano (che sarebbe potuto anche rimanere vice Premier, in un quadro di attenzione nei confronti del Segretario del partito con cui stiamo governando) per una vicenda a dir poco opaca sarebbe stata loro. E dubito fortemente che avrebbero avuto la forza politica per farlo.
Allora, forse, quel finto senso di responsabilità, mascherato come ragione di Stato, non è altro che un velo sottilissimo dietro il quale si nasconde una incapacità di condurre trattative e una sudditanza culturale e politica al potere e al Pdl, con il quale sarebbe possibile governare, e fare quelle poche cose che occorrono, solo se avessimo il coraggio di assumerci la responsabilità di guidare il Paese tenendo alta la bandiera dei valori che rappresentiamo. Questa è la politica. Tentare di portare avanti compromessi al rialzo con coraggio e mettendoci la faccia. Non continuare ad abbassare l'asticella che ormai, purtroppo, si mescola con i colori della terra tanto è stata abbassata, mentre gli elettori scappano nauseati da questo balletto di dubbia qualità.