Sta girando in queste ore la campagna pubblicitaria della festa democratica del Pd di Roma, accusata di essere sgradevole e sessista. Onestamente credo si esageri. La campagna non sarà il massimo del politacally correct (che francamente ha anche un po' rotto), ma non mi sembra nemmeno che sia così disdicevole, facendo riferimento ad un film e ad una attrice che ha fatto la storia del cinema, come la Monroe. Colgo l'occasione per fare un ragionamento più ampio sulla questione femminile.
Come premessa dico che siamo ben lontani da una parità reale e dalla presenza di servizi e tutele che consentano alle donne di realizzarsi nella vita, avendo le stesse possibilità degli uomini.
Ma mi faccio una domanda: è questo il modo giusti di raggiungerla? Con la lamentela continua e con l'indignazione fine a sè stessa? Oppure è il caso che si faccia un discorso meritocratico più ampio (nel quale, per esempio, far viaggiare di pari passo la questione femminile e quella giovanile, in modo che acquistino maggiore "potenza"), che consenta alle donne che realmente lo meritano (e sono tante, così come sono molte quelle che per le quote rosa raggiungono poltrone per le quali non hanno capacità) di lavorare, di prendersi maggiori responsabilità, di gareggiare alla pari con gli uomini. Vogliamo che il merito si valuti dall'apparato genitale di competenza o per le capacità umane e professionali?
Ecco, penso che la strada intrapresa sia quella sbagliata, credo che ci si debba concentrare su cose più serie, come asili nido azendali, congedi per paternità, uguaglianza delle retribuzioni, piuttosto che su cose stupide come una pubblicità come questa.