martedì 1 giugno 2010

PROPOSTE SULLA MANOVRA

Per sostenere la crescita e promuovere la sostenibilità dei conti pubblici il PD intende concentrare le sue proposte su quattro obiettivi:
1. nvestimenti per l’economia verde, il risparmio e l’efficienza energetica sostegno alla scuola, all’università e alla ricerca.
2. Primo modulo di riforma fiscale per spostare il carico dai redditi da lavoro e impresa ai redditi da capitale.
3. Allentamento del patto di stabilità interno per comuni Province e Regioni per far ripartire gli investimenti nelle infrastrutture e aprire migliaia di piccoli cantieri.
4. Riavvio delle liberalizzazioni nel settore dei servizi

Tutto il contrario rispetto al Pdl

NIENTE LAVORO = NIENTE FUTURO

Preoccupante il dato che riguarda i giovani. Il tasso di disoccupazione nella popolazione tra 15 e 24 anni è pari ad aprile al 29,5%.

Fin quando le aziende cercano solo persone che hanno almeno 1 anno di esperienza in qualsiasi campo (ma se ho studiato fino ad ora, pur lavorando in un call center che non ti lascia grandi titoli lavorativi, come faccio ad avere esperienza?), la laurea torna buona solo nella solitudine del bagno, i contratti di lavoro sono di un mese "rinnovabile" (quando non sono a progetto, che è uguale a poter essere mandati a casa in qualsiasi secondo), nessuno investe in ricerca (e quindi, va da sè, in gioventù), quel 29,5% potrà solo crescere.

Meditiamo giovani, meditiamo.

LA PACE NON SIA CON VOI

La pace non sia con voi. La pace diventa, in un mondo come il nostro, una provocazione, un fastidio, un attacco alla sicurezza. «Provocatori» ha detto un sottosegretario agli Esteri del governo Berlusconi, commentando l’iniziativa pacifista brutalmente attaccata dall’esercito israeliano. Nemmeno di fronte ai morti ci si ferma più, nemmeno di fronte alla fame. E però, quando la destra si manifesta con il proprio volto, quello vero, ci consente di ragionare e di riflettere con maggiore precisione, chiarendo anche le nostre – a volte fragili – posizioni.

La pace, che dovrebbe essere una prerogativa costituzionale, diventa qualcosa di difficile da accettare, di cui è necessario quantomeno discutere.

La pace non è un fatto universale, è di parte, di sinistra (estrema, perché i pacifisti sono estremisti). Una battaglia anche un po’ di retroguardia, come ci ricordarono numerosi commentatori quando molti di noi esposero alla finestra la bandiera arcobaleno.

Se ne occupano in pochi, della pace, e tali devono restare. È un tema di nicchia, nell’assurdo dibattito contemporaneo, ma di nicchia lo è soltanto per il mondo della politica, perché invece i cittadini, per la pace, si mobilitano ogni volta che si può.

Era già successo con Emergency e con la scandalosa posizione del governo italiano. Pacifisti e terroristi diventano quasi sinonimi, schierati come sono contro l’ordine costituito (che pacifista, dunque, non è, per definizione). Che cosa vogliono, questi pacifisti? Perché lo fanno? Che cosa li spinge? Chissà quali sono i ‘veri’ motivi che li muovono. E chi glielo fa fare.

Buonisti – la parola più stupida degli ultimi anni – da contrastare in patria, soggetti pericolosi da isolare e da contrastare quando sono in missione (anche quando operano nel contesto di una missione umanitaria). Il risultato è sotto gli occhi di tutti, in questo mondo tutt’altro che pacificato, di cui giustamente ci si sorprende per la presenza dei pacifisti. Perché il vero problema sono loro: guardati con sufficienza e con sospetto dalla politica istituzionale che proprio la pace dovrebbe invece garantire. Pace contro sicurezza, in una curiosa rappresentazione della realtà, da mondo rovesciato, dove i pochi che comandano sono quelli armati. Già. E così la pace diventa davvero perpetua, come in quel famoso titolo, macabramente ironico.

Che tutto questo sia accaduto nelle acque del Mediterraneo (internazionali, come se questa parola avesse ancora un senso) non fa che confermare la preoccupazione per uno spazio politico che si è trasformato in questi anni in una barriera e in un confine che non deve essere superato. Per nessun motivo. Il respingimento della pace: il nome di una brutta e colpevole storia.

Giuseppe Civati
da L'unità del 1/6/2010

MILANO CITTA' OMOFOBA?

Ma in che città viviamo? Cosa sta diventando Milano?
Sabato sera, alle colonne di San Lorenzo, due ragazzi gay sono stati insultati, sfottuti, picchiati alle 2 di notte, davanti a tutti. Una ragazza che ha provato a fermare i tre ragazzi (uno dei quali indossava una maglietta con una bella croce celtica) si è presa uno schiaffone.
Al di là del gesto, viene da chiedersi come mai in questa città si creano i presupposti perchè tre ragazzi si comportino così. E' triste, prima ancora che pericoloso.