venerdì 1 giugno 2012

PAPA PLAY BOYS

Perché non è possibile continuare ad essere così intolleranti verso il prossimo. Se uno si vuole comprare playboy, che lo faccia. Ci fosse stata la stessa intolleranza verso i casi di pedofilia o verso i traffici sporchi dello Ior, forse, a quest'ora, saremmo tutti molto più sereni e credibili.
Il sospetto è che, essendo così repressi, si finisca per fare cose ben peggiori.
Continuo a ripeterlo, credo in Dio perché la cosa rende la mia vita migliore e piena di significato. Far togliere dalla vetrina di un'edicola una rivista, francamente, non mi farebbe star meglio. Vivere quotidianamente da cinque anni la mia relazione di coppia con Giulia, testimoniando al mondo che è bello stare insieme stabilmente e progettando un futuro per sempre insieme mi fa vivere con il sorriso, orgoglioso di quello in cui credo. Penso di essere più utile così che vietando a qualcuno di farsi le pippe guardando un giornalino.

IL PD DI DOMANI

Oggi Francesco su L'Unità prova a fare tre proposte per il Pd di domani. Per un partito aperto, giovane, trasparente, pronto alle sfide che lo aspettano.
  1. I parlamentari siano scelti dagli iscritti e dagli elettori. Metà dai primi, metà dagli altri. Perché gli iscritti abbiano il diritto e il dovere di concorrere alla indicazione di chi assume responsabilità politiche e istituzionali, in una fase in cui qualcuno dice che i partiti non hanno più alcun senso. E gli elettori facciano il resto, in una logica di partito aperto. Aggiungiamo anche: nessuna deroga, se non per Segretario e Presidente del partito, e limite dei 3 mandati, conteggiando anche quelli da Consigliere regionale.
  2. Si lancino, da subito, i “Comitati per l’Italia”, come luoghi politici aperti in cui discutere del Paese che vogliamo e da Settembre a Novembre si facciano i Caucus del programma, territorio per territorio: grandi assemblee di cittadini che si esprimono su 3 grandi pilastri: idea di Europa, crisi economica e sociale, riforma della politica. La linea deve essere decisa insieme agli elettori, a partire da alcune buone idee che il Pd ha prodotto in questi anni. 
  3. La squadra delle prossime politiche non deve assomigliare, nemmeno in controluce, a quella del 1996 o del 2006. Non esiste una leadership di per sé più innovativa di altre ma solo in relazione alle scelte. Quella di una squadra totalmente rinnovata è una condizione imprescindibile. In questo modo se il Segretario decide di fare il grande passo la sua candidatura non partirà azzoppata e il partito potrà presentarsi con le carte in regola per assumere il ruolo di ricostruttore del paese. Che altrimenti gli italiani affideranno ad altri.
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