Quando per il normale avvicendamento delle generazioni i nonni e i genitori non ci saranno più e quel reddito verrà massicciamente meno (perché le generazioni garantite non ci saranno più), chi oggi ha venticinque anni ne avrà cinquanta e si troverà senza speranza di pensione e senza integrazioni di famiglia. In più avrà dei figli, che non potrà aiutare, al cui reddito non potrà contribuire. Si troverà solo con dei figli soli. Come ci stiamo preparando collettivamente al momento in cui milioni di persone si troveranno in quella situazione? Come pensiamo di far fronte al momento, non molto lontano, in cui anche la repubblica delle nonne sarà tramontata?
mercoledì 11 aprile 2012
NIENTE PIU' NONNI
Vi consiglio di leggere questo articolo.
SARA' PER LA PROSSIMA
Mentre tutti hanno rivolto la loro attenzione al ripristino del reintegro in azienda per licenziamenti causa motivo economico io aspettavo di vedere quali fossero le norme stringenti per eliminare la dicotomia presente nel mercato del lavoro fra tutelati e non.
Purtroppo non ce ne sono di significative. Anzi, in cambio del reintegro sono state alleggerite alcune norme relative ai contratti interinali. Al solito, nessuno vuole mettere contro le generazioni, ma quando c'è da garantire qualcuno, si continua a difendere chi è più rappresentativo e soprattutto rappresentato.
Il dato di fatto è uno: rimane la selva di contratti, rimangono i contratti a progetto (fra l'altro, aumentare la tassazione su questi contratti senza stabilire un importo minimo equivale a diminuire il netto che entra nelle tasche dei lavoratori), rimane la sensazione che, ancora una volta, non si sia tutelato chi ne avrebbe davvero bisogno per garantirsi una vita decente.
Qualcuno scrive sarà per la prossima, speriamoci.
Il punto è che i duri e puri della sinistra dicono che non si può arretrare, l'articolo 18 è un baluardo da difendere a tutti i costi. La mia domanda è questa: siete sicuri che così facendo, puntando solo ed esclusivamente alla luna, alla fine si ottenga qualcosa? Siamo sicuri che la continua difesa dello status quo alla fine non significhi il continuo sacrificio di chi è schiavizzato con contratti precari? Siamo sicuri che in questo contesto si possa ottenere tutto?
Io, scusatemi, credo che la priorità sia eliminare i contratti precari, anche a costo di discutere l'articolo 18, anche a costo di spacchettarlo, anche a costo di reinventarselo in un quadro diverso.
In pochi hanno provato a farlo, questo è il risultato. Ancora una volta il sogno di una casa, di una famiglia, di una vita normale, si allontana per molte, troppe persone.
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