lunedì 29 aprile 2013

LA COESIONE RADIOFONICA

Ventunesimo episodio di Polifemo. Governo Letta al centro, un fantastico Galeazzi, chicca imperdibile, il solito Travaglista Tarelli, il calice amaro di una alleanza dai connotati incerti e il minuto peggiore, radiofonicamente parlando, da quando esistono le radio libere.

IDEALISMO VS REALISMO

Idealismo e realismo.
Due categorie che chi fa politica conosce bene, perché conciliarle non è semplice, ma necessario. Dall'equilibrio che si riesce a trovare fra le due si misura la capacità di incidere sulla realtà mantenendo come prospettiva quello in cui si crede.
L'idealismo per il quale scegli un partito, un movimento nel quale impegnarti. L'idealismo che ti spinge a metterci la faccia, a spenderti in prima persona, a sacrificare tempo ed energie per provare a cambiare le cose. L'idealismo delle promesse fatte in buona fede, delle speranze raccolte incontrando donne e uomini. 
Il realismo delle situazioni in cui ti trovi, della concretezza delle risorse a disposizione. Il realismo degli strumenti che si hanno a disposizioni ma soprattutto di quelli che non si hanno. Il realismo della burocrazia, così odiosa ma a volte così necessaria. 
Non so se questo Governo sia giusto o sbagliato.
So che, al momento, si basa su una massiccia dose di realismo, politico ed economico. Se riuscirà a esprimersi anche in una prospettiva idealista, se riuscirà nella difficile impresa di misurare la propria eccezionalità non solo sull'alleanza che lo sorregge, ma anche sulle politiche da attuare, se sarà in grado di farci entrare nella terza repubblica senza farci sprofondare, ancora, nei meccanismi politicisti della prima, allora, forse, potremo ricordarlo non solo come un calice amaro bevuto forzatamente da tutti in nome di una presunta coesione nazionale che, se non si sostanzia in cambiamento e risposte concrete, rischia di rimanere solo un'ideale vuoto, senza una comunità che si fa nazione dietro.
Il giudizio sul Governo, oggi, è negativo, in virtù dell'alleanza che lo compone e della sua difficile digeribilità. Il discorso di oggi è pieno di buone intenzioni e ampiamente condivisibile, in particolare per il continuo riferimento alla situazione giovanile (mi chiedo dove verranno reperite le risorse). Ma delle parole ci siamo tutti stancati. Ora servono i fatti.
La politica si misura, da sempre, sulla tensione fra idealismo e realismo. Servono segnali concreti in tempi brevi. Se riusciremo a trovare un nuovo equilibrio, che da vent'anni ci sfugge continuamente di mano, potremo dire di aver fatto qualcosa di realmente buono, tenendo fede ai nostri ideali. Altrimenti sarà l'ennesima occasione sprecata da una politica continuamente ripiegata su sé stessa, vittima di altri 101 franchi tiratori (pusillanimi e conigli), che questa volta prenderebbero di mira gli italiani tutti, non solo Prodi.