Questa roba è agghiacciante. Nauseante. Pericolosa. Inquietante.
Qualcuno dovrebbe condannare certe uscite, perché l'umanità tutta andrebbe abbracciata, stretta, capita, compresa, ascoltata. Così si alimentano solo odio e divisioni.
Ama il prossimo tuo come te stesso, già.
mercoledì 14 dicembre 2011
LE INIZIATIVE IN ZONA 9 PER IL NATALE
Consiglio soprattutto l'appuntamento di Domenica 18 Dicembre, con lo spettacolo "I volti della povertà", in collaborazione con il "Teatro Officina", letture di Padre David Maria Turoldo.
NON HO POTUTO COMPRARE IL VESTITO
Preferenze, per sempre, per evitare gente come questa, un insulto a chi è morto per fare l'Italia, per chi si è spaccato la schiena per anni, per chi coltiva un modo di fare politica serio, al servizio, non sguaiato.
GD = GIOVANI DELUSIONI
Come alcuni di voi sapranno, già non nutro qualche perplessità sull'organizzazione dei Giovani Democratici, perché credo che l'organizzazione giovanile in un partito con sempre meno iscritti è un lusso che non ci possiamo più permettere, una riserva indiana insensata (soprattutto se si è considerati giovani fino a 30 anni).
Chiarisco, per evitare fraintendimenti, che stimo e apprezzo il lavoro prezioso svolto in modo disinteressato da molti Giovani Democratici che conosco. Ho collaborato spesso con loro e sono tutte bravissime persone,
Semplicemente il mio pensiero è che vista la carenza di "vocazioni" politiche, sarebbe il caso che si perdesse meno tempo nella giovanile e di più nei circoli e sul territorio.
Detto questo, cose come questa, mi fanno accapponare la pelle.
Per chi, come me, cerca di fare una battaglia da dentro per cercare di cambiare le cose, vedere che ci sono giovani peggio dei vecchi, che rispondono a logiche da Prima Repubblica cone l'elezione a porte chiuse di un Segretario, mi fa rabbrividire.
Le canne d'organo (correnti) del Partito Democratico, come diceva Zingaretti nel suo intervento a Milano, vanno rotte a martellate.
Un Partito come il nostro deve essere aperto, trasparente, pronto a confrontarsi con i suoi elettori ed iscritti in ogni momento. Le porte devono essere spalancate, l'elezione del segretario dei GD dovrebbe essere fatta con primarie aperte, apertissime.
Di giovani così, l'Italia, prima che il PD, non se ne fa nulla.
Fossi in Bersani questo qua non lo farei nemmeno candidare in Parlamento per punizione. Anche se, purtroppo, questa cosa non succederà mai.
Chiarisco, per evitare fraintendimenti, che stimo e apprezzo il lavoro prezioso svolto in modo disinteressato da molti Giovani Democratici che conosco. Ho collaborato spesso con loro e sono tutte bravissime persone,
Semplicemente il mio pensiero è che vista la carenza di "vocazioni" politiche, sarebbe il caso che si perdesse meno tempo nella giovanile e di più nei circoli e sul territorio.
Detto questo, cose come questa, mi fanno accapponare la pelle.
Per chi, come me, cerca di fare una battaglia da dentro per cercare di cambiare le cose, vedere che ci sono giovani peggio dei vecchi, che rispondono a logiche da Prima Repubblica cone l'elezione a porte chiuse di un Segretario, mi fa rabbrividire.
Le canne d'organo (correnti) del Partito Democratico, come diceva Zingaretti nel suo intervento a Milano, vanno rotte a martellate.
Un Partito come il nostro deve essere aperto, trasparente, pronto a confrontarsi con i suoi elettori ed iscritti in ogni momento. Le porte devono essere spalancate, l'elezione del segretario dei GD dovrebbe essere fatta con primarie aperte, apertissime.
Di giovani così, l'Italia, prima che il PD, non se ne fa nulla.
Fossi in Bersani questo qua non lo farei nemmeno candidare in Parlamento per punizione. Anche se, purtroppo, questa cosa non succederà mai.
SU FIRENZE E TORINO, CON SOFFERENZA E PREOCCUPAZIONE
Quello che è successo ieri a Firenze a pochi giorni dai fatti di Torino, fa prima schifo e poi pensare.
Non voglio cadere nella solita retorica del "siamo tutti fratelli", perché, in questo modo, si negano oggettive complessità.
Qui, da ricostruire, c'è il senso di appartenenza ad una comunità vera, reale, quotidiana, non quella idealizzata e strumentalizzata da alcuni partiti politici, identificabile con luoghi di nascita o colore della pelle (questi poi, lo ricordo sempre, fanno le battaglie per il crocifisso, per dire).
C'è da ricostruire la voglia di stare insieme, di conoscersi, di condividere esperienze prima che stati d'animo.
C'è bisogno di non sottovalutare il sentimento di qualcuno, soprattutto in una convergenza economica come questa, che non lascia respirare i più deboli, che porta ad individuare il diverso come la fonte dei problemi. Non sarà giusto, ma è comprensibile. Queste persone vanno ascoltate, comprese, accompagnate sulla strada della tolleranza prima e della fratellanza poi.
La fonte dei problemi sta nella redistribuzione del reddito. Non facciamoci la guerra fra noi 99%, altrimenti faremmo l'interesse di quell'1% che continua ad arricchirsi.
Soprattutto impariamo a non farci la guerra, vista la necessità di abbassare, tutti, il nostro livello di vita, per consentire a chi non ha nemmeno di avere acqua potabile di vivere dignitosamente.
A noi, comuni mortali, il compito di tessere senza tregua un tessuto sociale che si sfalda in modo pericoloso ogni giorno di più. Ognuno si senta protagonista.
Non voglio cadere nella solita retorica del "siamo tutti fratelli", perché, in questo modo, si negano oggettive complessità.
Qui, da ricostruire, c'è il senso di appartenenza ad una comunità vera, reale, quotidiana, non quella idealizzata e strumentalizzata da alcuni partiti politici, identificabile con luoghi di nascita o colore della pelle (questi poi, lo ricordo sempre, fanno le battaglie per il crocifisso, per dire).
C'è da ricostruire la voglia di stare insieme, di conoscersi, di condividere esperienze prima che stati d'animo.
C'è bisogno di non sottovalutare il sentimento di qualcuno, soprattutto in una convergenza economica come questa, che non lascia respirare i più deboli, che porta ad individuare il diverso come la fonte dei problemi. Non sarà giusto, ma è comprensibile. Queste persone vanno ascoltate, comprese, accompagnate sulla strada della tolleranza prima e della fratellanza poi.
La fonte dei problemi sta nella redistribuzione del reddito. Non facciamoci la guerra fra noi 99%, altrimenti faremmo l'interesse di quell'1% che continua ad arricchirsi.
Soprattutto impariamo a non farci la guerra, vista la necessità di abbassare, tutti, il nostro livello di vita, per consentire a chi non ha nemmeno di avere acqua potabile di vivere dignitosamente.
A noi, comuni mortali, il compito di tessere senza tregua un tessuto sociale che si sfalda in modo pericoloso ogni giorno di più. Ognuno si senta protagonista.
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