venerdì 3 maggio 2013

C'E' UN PEZZO DEL MIO PARTITO

C'è un pezzo del mio partito che il sistema non lo vuole cambiare, perché ne fa parte a pieno titolo da diversi anni.
C'è un pezzo del mio partito che il cambiamento lo immagina come un ritorno al passato, d'altra parte "si stava meglio quando si stava peggio".
C'è un pezzo del mio partito che non produce idee, non analizza la realtà, non sta fra la gente, non vuole il confronto, sta lontano dalle scelte democratiche. In fondo ci sono già le grandi ideologie del '900 dalle quali attingere.
C'è un pezzo del mio partito che pensa che quel famoso centralismo democratico significhi decidere le cose di fronte al fuoco di un caminetto, imponendole poi a tutti, con la convinzione che non serva spiegarle.
C'è un pezzo del mio partito che ha paura delle primarie. Perché le primarie ti legano alle persone che ti votano e non alle correnti. E così non puoi essere controllato.E a loro non va bene.
C'è un pezzo del mio partito che l'antiberlusconismo è al primo punto del programma elettorale, ma poi, in fondo, per il bene del Paese, l'alleanza con il Pdl la possiamo anche fare.
C'è un pezzo del mio partito che la Biancofiore Sottosegratario li fa dormire bene la notte.
C'è un pezzo del mio partito che preferisce chiudersi nelle segrete stanze, perché aprirsi significherebbe perdere per loro la possibilità di incidere sugli equilibri, essendo sovra rappresentati nel partito a fronte di una sotto rappresentazione nella realtà.
C'è un pezzo del mio partito che, in fondo in fondo, ex Pc ed ex Dc posso coesistere, d'altra parte la Prima Repubblica è stata una grande esperienza politica.
C'è un pezzo del mio partito che la guerra fra bande (dette anche correnti) fa parte di un partito plurale. Guerre per le poltrone ovviamente, mica per le idee.
C'è un pezzo del mio partito che si è dimenticato per che cosa è nato il mio partito.
C'è un pezzo del mio partito che ama moltissimo le deroghe, ma di regole non se ne parla proprio.
C'è un pezzo del mio partito a cui piace fare le cose di nascosto.
C'è un pezzo del mio partito che "quelli di internet" perdono tempo e vanno dietro a quattro pazzi invasati.
C'è un pezzo del mio partito che il partito è importante, però i soldi al partito non li do, mi servono.
C'è un pezzo del mio partito che il Congresso facciamolo fra gli iscritti del 2012. La razza democratica. Non sia mai che ci mescoliamo con chi ci vota ma è senza tessera.

Poi c'è un sacco di gente che ci mette la faccia sempre. Che è l'altra parte del Partito. Quella che in questi giorni ha sofferto e non ha dormito. Quella che sta abbandonando silenziosamente e quella che con tenacia resiste perché non vuole darla vinta a quei maledetti 101. Quella che chiede chi sono quei 101, sapendo bene che non potremo mai saperlo. Quella che quando vede Letta e Alfano cambia canale. E non è questione di antiberlusconismo, è questione di politiche, a proposito del discorso di Letta. Quella che si ostina a pensare che fare un partitino del 7% a sinistra sia inutile, se non per dimostrare una purezza allergica al governo, e fare la nuova democrazia cristiana del 10% sarebbe una sconfitta etica e politica. C'è una parte del nostro partito, di quelli così, che non hanno paura di aprirsi, non hanno paura di andare al mercato, non hanno paura della democrazia, né del cambiamento, perché di quel cambiamento hanno bisogno come l'aria. Per immaginarsi e sperare in un'Italia che cambia, a misura di futuro.