mercoledì 28 settembre 2011

CARO MARIO ADINOLFI

L'unico errore della lettera, credo, è la restituzione della tessera.
Per il resto ha ragione e vi consiglio di leggere le motivazioni per cui Mario Adinolfi lascia il Pd, per lo più legate alla mancanza di battaglia sulla disuguaglianza maggiore di questo paese, quella fra giovani e anziani.
Proprio perché ha ragione però, avrebbe dovuto rimanere e lottare.
Perché non è con un maxi partito dei cattolici, che già abbiamo visto i problemi che si porta dietro, che si risolve la situazione.
E' dando battaglia in questo grande, grosso Partito Democratico. In cui, da oggi, abbiamo una voce che arricchiva e mai banale in meno.

INTERVISTA A GRANELLI

Una breve intervista a Marco, assessore alla sicurezza e alla coesione sociale a Milano.
Che sgombra il campo da tagli e partiti dei cattolici.

DA FIRENZE ALLA ZONA 9

Ecco, uno che fa queste cose non ha paura di essere criticato ed è forte del suo lavoro.
A me, questo modo, piace, perché coinvolge, migliora la comunicazione.
Una cosa così la voglio fare anche in zona 9. Nel frattempo, vi anticipo, uno dei prossimi sabati di ottobre sarò al mercato, come promesso in campagna elettorale.

IL NOSTRO TEMPO

L'altro giorno mi è capitato ad una riunione di fare questo intervengo, che ripropongo qui, nella remota possibilità che interessi a qualcuno.

La prima domanda che ci dobbiamo fare è a cosa serve un partito. Io credo che serva a fare da tramite fra le istanze legittime della società, in cui dovremmo essere immersi, e i luoghi dove si prendono le decisioni. Fare da tramite significa analizzare, organizzare, sintetizzare, produrre, dare organicità ai bisogni delle persone che abitano questo paese, fornendo poi proposte e risposte concrete e tangibili. Il tempo delle promesse è finito.
La seconda domanda che ci dovremmo fare è a cosa serve oggi iscriversi ad un partito ed in particolare al Pd. Perché nei nostri circoli non ci sono giovani. Il nostro è un partito vecchio, un po' come la nostra società. Allora il compito dei "giovani" è quello di coinvolgere altri giovani, ed il compito del partito è quello di coinvolgere, anche in maniere nuove, nuove persone, ripensando sé stesso, il suo organigramma, la sua struttura, i doveri e i diritti del suo popolo.
Il Pd è messo in un angolo, rincorre in maniera affannosa la società civile, a volte per colpe sue, altre per colpe di proposte populistiche fatte da altri. Le correnti, se sono autoreferenziali, ingessano il partito. Per essere utili dovrebbero lavorare sui temi, confrontandosi, spostando verso l'alto l'asticella della qualità della proposta politica del Pd. Purtroppo, ad oggi, sono ascensori per far carriera.
Da questa empasse si esce lavorando sui temi, sul futuro, sui giovani, perché affrontare i problemi dei giovani vuol dire affrontare il paese di tutti, dell'intera nazione, come scrive Pippo nel suo libro. E sono proprio i giovani a doversi far carico della produzione tematica e politica di questo partito, perché è solo così che si legittima un ricambio generazionale che è inutile da nascondere almeno quanto è inutile da affrontare con toni rivendicativi. Chi è lì da troppo tempo si manda via dimostrando l'inadeguatezza delle sue proposte.
E' tempo di creare reti, di usare la rete, di ripartire dalla formazione e dalla solidarietà tra di noi.
Insomma, è il nostro tempo, ora.

UNDER 30 MILANO

Nel mentre, stiamo cercando di lavorare per il futuro, che vuol dire lavorare per il presente.
Stasera ci troviamo fra consiglieri di zona e comunali under 30, sai mai che la questione generazionale c'è, nel senso positivo del termine.
Perchè il problema non è la presenza (spasmodica, anche ieri la Finocchiaro da Floris, che ha anche un po rotto) dei vecchi, ma l'assenza dei giovani.
Perciò proviamo a coordinarci, a trovarci, a produrre idee insieme, a fare politica con uno sguardo che è naturalmente volto al cambiamento dell'esistente che, diciamocelo, fa un po schifo.
Noi, davvero, ci crediamo alla possibilità di cambiare questa città.