giovedì 3 maggio 2012

RIPRESE VIDEO IN CONSIGLIO DI ZONA 9

In queste settimane la neonata Commissione decentramento si sta interessando della modifica al regolamento che preveda la possibilità di fare riprese video in aula e eventuale streaming.
La bozza, approdata ieri in Commissione, è questa:
  1. Possono riprendere le sedute del Consiglio tutti i soggetti privati, i giornalisti, le emittenti televisive che abbiano fatto richiesta al Presidente entro le ore 12,00 di due giorni prima della seduta consigliare. La richiesta verrà presentata mediante la compilazione di un modulo, da predisporre, dove verrà dichiarata l’assunzione di responsabilità del richiedente per un eventuale utilizzo improprio e contrario alle Leggi vigenti a tutela della privacy. La domanda può essere inviata per via telematica o via fax. 
  2. Il Presidente informerà i Capigruppo della registrazione audio-video della seduta consigliare,dell’eventuale trasmissione in diretta o differita e dove verrà trasmessa. I Capigruppo dovranno provvedere ad informare per tempo i Consiglieri.
  3. Al fine di impedire l’indebita divulgazione di dati sensibili le riprese non possono essere effettuate se si ricorre all’adunanza segreta ai sensi dell’art. 7 del Regolamento del Decentramento Territoriale. 
  4. I soggetti che effettuano le riprese dovranno operare dal settore riservato al pubblico e non dovranno intralciare o disturbare i lavori del Consiglio; inoltre non è consentito l’utilizzo di apparati illuminanti. Chi effettua le riprese dei lavori della seduta Consigliare potrà trasmettere e pubblicare la registrazione esclusivamente in forma integrale senza alcun montaggio o modifica della ripresa, dovrà essere assicurata la comprensibilità dell’intervento di ogni singolo Consigliere. 
  5. Le riprese riguardano esclusivamente lo svolgimento della seduta consigliare e quindi inizieranno a conclusione degli interventi del pubblico. I Consiglieri, durante i lavori del Consiglio, non possono in alcun modo impedire che la propria voce e la propria immagine venga registrata. Non può mai essere ripreso il pubblico che assiste alla seduta.
  6. Una copia della registrazione deve essere fornita, in forma digitale o su un supporto adeguato, al Consiglio di Zona al fine di creare un archivio delle videoregistrazioni; chi effettua le riprese non può poi cedere il materiale a terzi
Ieri sera abbiamo affrontato i primi tre punti, non senza discussioni, anche trasversali ai partiti (in particolare il mio). Per il punto uno è stato aggiunto che in caso di eventi straordinari si può andare in deroga al preavviso di 48 ore, previa maggioranza dei 2/3 del Consiglio. Il punto 2 e il punto 3 sono rimasti sostanzialmente invariati. 
Vorrei avere qualche parere da voi rispetto ai punti 4,5,6.
Per quel che mi riguarda non metterei limitazioni alle video registrazioni, ma alcuni colleghi sostengono che, così facendo, i consiglieri potrebbero essere presi di mira con montaggi strani che gli farebbero dire cose che loro non hanno detto (temo però che non abbiano mai montato un video), usandoli poi per diffamarli.
Ad ogni modo, vorrei sapere cosa ne pensate e se avete da proporre miglioramenti sensati li porterò avanti in Commissione. Perché il regolamento è del Consiglio di Zona, ma il Consiglio di Zona è di tutti.

UNA TROTA POLIGLOTTA

Che bravo Renzo Bossi, ha imparato l'albanese e si è laureato a Tirana. Non è da tutti. Comprarsi un diploma di laurea, intendo.

SELEZIONE DEL PERSONALE

Uno dei grossi problemi della politica, ma non solo, è il ricambio e la selezione della classe dirigente.
A Londra fanno così:
Per questo motivo una speciale commissione del partito viene chiamata a vagliare preventivamente tutte le candidature e a considerare aspetti formali (iscrizione al Labour da almeno un anno, sussistenza del diritto di elettorato passivo, assenza di elementi di incompatibilità ed ineleggibilità, irreprensibilità dei comportamenti) e politici (coinvolgimento attivo nella vita del partito, capacità di fare campagna elettorale, disponibilità di tempo e reali abilità nello svolgere le funzioni elettive cui ci si candida). 
(...) 
il Labour party è attivamente impegnato nel coinvolgimento politico ed elettorale di tutte le diverse espressioni di una comunità sempre più diversificata sul piano delle identità nazionali, religiose, etniche e culturali (soprattutto in una metropoli globale come Londra).
Qui trovate tutto l'articolo. Un esempio che andrebbe seguito. Chissà quanti degli attuali dirigenti non supererebbero nemmeno il primo turno.

INVESTIRE (SU)I GIOVANI

Richiesta esperienza, inglese fluente, ottime capacità informatiche, ovviamente una laurea. L'offerta è di 350 euro al mese, ma c'è la possibilità che ti assumano per meno, magari ti danno solo i buoni pasto, oppure nemmeno quelli. Iscritti all'offerta (se così la vogliamo chiamare) 500 persone, 4 colloqui di mezz'ora e hai la fortuna (?) di essere assunto. Lavori 9 ore al giorno gratis, in più ci rimetti, perché il viaggio e il pranzo mica possono essere a carico del datore di lavoro, scherziamo?
Mentre accade tutto questo, tutti i giorni, ormai da anni, il dibattito si ferma, inesorabilmente, sull'articolo 18. Ancora ieri sera Cremaschi a Porta a Porta parlava solo di quello. Non parliamo del fatto che se ti prendi una broncopolmonite non ti pagano e non hai di che mangiare. Nemmeno, ovviamente, che non ci sono ferie da accumulare, semplicemente perché non esistono. Per non parlare poi della possibilità di licenziarti come e quando vogliono.
Si parla di giustizia sociale e di equità, ma la battaglia parte solo allo step successivo a quello di tanti, troppi giovani.
Chi fa politica ha il dovere di dettare tempi e priorità: per me, di fronte a questa macelleria di talenti e risorse, la priorità non è l'articolo 18. La priorità è restituire le chiavi della vita in mano a tanti ragazzi. La priorità è garantire l'accesso al credito a chi vuole fare impresa, sostegno a chi si vuol fare una famiglia o andare a vivere da solo, garantire un salario minimo a chi offre la propria prestazione lavorativa e diritti e doveri uguali a chi lavora. Poi viene l'articolo 18. Che è uno di quei diritti da salvaguardare, ma non è l'unico.
L'uguaglianza si garantisce anche mettendosi in discussione. Le proposte in campo sono quelle di Ichino e Boeri, ne arrivino delle altre. Ma si cominci a parlare della luna e si smetta di concentrarsi sul dito.
Un Paese riparte se investe sui suoi giovani. Al momento l'unico tentativo è quello di investirli. Il rischio è che non si rialzino più.

P.s.
Poi ci sono grafici come questo, che valgono più di mille parole.


PRECISAZIONI

Posto che il dato è comunque allarmante, Istat precisa che non è vero che 1 giovane su 3 è disoccupato, bensì 1 giovane attivo su 3.
La differenza è presto spiegata su La Repubblica degli Stagisti,ancora una volta gravi lacune giornalistiche e dell'informazione. Non mi abituerò mai.

COSE DA PAZZI

Pare che serva un leader giovane, ma l'età, ovviamente, non può essere presa come metro di giudizio. Sì, ciao.