domenica 18 aprile 2010

INNO ALLA CARITA' di San Paolo

Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli,
ma non avessi la carità, sarei un bronzo risonante o un cembalo squillante.
Se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza
e avessi tutta la fede in modo da spostare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla.
Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri, se dessi il mio corpo per essere arso,
e non avessi la carità, non mi gioverebbe a nulla.

La carità è paziente, è benigna la carità; la carità non invidia, non si vanta,
non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira,
non tiene conto del male ricevuto, ma si compiace della verità;

tutto tollera, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
La carità non verrà mai meno.
Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà, la scienza svanirà;
conosciamo infatti imperfettamente, e imperfettamente profetizziamo;
ma quando verrà la perfezione, sparirà ciò che è imperfetto.

Quando ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino.
Da quando sono diventato uomo, ho smesso le cose da bambino.
Adesso vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia.
Ora conosco in parte, ma allora conoscerò perfettamente, come perfettamente sono conosciuto.
Ora esistono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità; ma la più grande di esse è la carità.


S. Paolo – Prima lettera ai Corinzi 13,1