La Chiesa, infatti, è chiamata a seminare il lievito e il sale del Vangelo, e cioè l'amore e la misericordia di Dio che raggiungono tutti gli uomini, additando la meta ultraterrena e definitiva del nostro destino, mentre alla società civile e politica tocca il compito arduo di articolare e incarnare nella giustizia e nella solidarietà, nel diritto e nella pace, una vita sempre più umana. Per chi vive la fede cristiana, ciò non significa fuga dal mondo o ricerca di qualsivoglia egemonia, ma servizio all'uomo, a tutto l'uomo e a tutti gli uomini, a partire dalle periferie della storia e tenendo desto il senso della speranza che spinge a operare il bene nonostante tutto e guardando sempre al di là.La lettera è molto interessante in diversi passaggi, mi verrebbe da dire che trasuda Concilio Vaticano II anche dalle virgole, traccia un sentiero impervio a cui tutti noi siamo chiamati a rispondere, mettendoci di fronte alla nostra umanità con le nostre innumerevoli miserie, tentando con fatica di coniugare la nostra spiritualità con il tentativo di lasciare un mondo più giusto di come l'abbiamo trovato, senza verità precostituite, ma con un confronto ed una relazione continua con chi è diverso da noi.
mercoledì 11 settembre 2013
RIPARTO DA QUI
Riprendo a scrivere su questo blog dopo una lunghissima pausa. Riprendo oggi dalle parole del Papa, che mi riportano dritto dritto al motivo per cui ho scelto di aprire questo blog e di cominciare questa fantastica avventura con voi tutti. E' un estratto della lettera che Papa Francesco ha inviato oggi a Repubblica, rispondendo ad alcune sollecitazioni di Scalfari, aprendo, di fatto, un dialogo con i non-credenti che ricorda molto l'immane sforzo prodotto da Martini nella nostra Milano qualche anno fa.
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