venerdì 30 dicembre 2011

MA IO NON POSSO PARLARE. NON SONO ISCRITTO

Ecco, queste sono le cose da evitare assolutamente, se vogliamo parlare di mercato del lavoro e welfare.
Ideologia, demagogia, finto realismo.
Questa finta accondiscendenza da sinistra illuminata che ci ha fatto perdere e perdere e perdere ancora.
Affrontiamo i problemi seriamente, nella loro estrema complessità.
La proposta di Ichino, così come quella di Boeri (Tito), non toglie diritti e non elimina l'articolo 18, lo assorbe inserendolo in un altro tipo di contesto.
L'ultima frase dell'articolo, apparso su l'Unità, denota la bassezza intellettuale ed umana del giornalista, che anziché pensare alle migliaia di giovani schiavizzati con stage non retribuiti e contratti insulsi, attacca Ichino ed il suo lavoro, che comunque ha pensato e proposto una soluzione vera, cercando di fare l'interesse di chi non ha lavoro, né diritti, né dignità. Non sarà la soluzione perfetta, sarà discutibile, ma, al momento, mi pare essere la più completa e organica. E l'ha fatta perché fa bene il suo lavoro, da giuslavorista e parlamentare.
Non come fanno i sindacati, dai quali mi aspetterei una proposta altrettanto organica che invece, a quanto pare, non c'è. Per dire. Ma io non posso parlare, è vero. Non sono iscritto.