Il fatto è che poi, in realtà, non si può fare finta che l'età non conti.
Hai voglia a spiegare a chi ti accusa di essere un rottamatore che no, l'età non è la questione principale, semmai l'età politica, cioè il tempo che si è passato ricoprendo incarichi istituzionali, che gli "anziani" non si devono offendere, perchè molti di loro sono avanti, che essere giovanilisti a tutti i costi è una cazzata, perchè non si premia il merito ecc. ecc.
Sapete cosa vi dico, che mi sono rotto i coglioni!
L'età è un fattore preponderante, non l'unico, ma ci sono ottime probabilità che un giovane sia più avanti di uno meno giovane, e che abbia gli strumenti giusti per leggere le problematiche del suo tempo, ma soprattutto quelle legate al futuro, che poi, il futuro, è quello di cui si dovrebbe occupare la politica.
A dimostrazione di quel che dico un simpatico sondaggio, sul post, che spiega come l'età dei governanti sia molto più alta rispetto a quella della media della popolazione solo nei paesi in cui ci sono sistemi democratici un tantino problematici.
P.s. vorrei far notare, con tutto il bene che si può volere a Pigi, che anche lui, a 60 anni, sarebbe comunque il leader più vecchio d'Europa. Sai mai che i "rottamatori" pongano una questione non di poltrone, ma di qualità della democrazia?
mercoledì 16 febbraio 2011
LIBERTA' DI PREGHIERA
L'aveva detto anche il card. Tettamanzi che a Milano una moschea ci deve essere, perché un diritto inalienabile dell'uomo poter professare la propria religione in condizioni adeguate.
E' responsabilità di chi governa creare le condizioni affinché questo succeda: mi sta bene la regolarizzazione dei centri culturali, che spesso si confondevano con quelli religiosi in una commistione che rendeva poco agevole il controllo, ma non si può associare questo giro di vite ad un divieto di costruzione di luoghi di culto, in particolare per i musulmani.
E' una politica miope, che non agevola l'integrazione, erige muri che poi sono sempre molto, a volte troppo, difficili da buttare giù.
DA 2,6 MILIARDI A 30 MILIONI
Nel decreto milleproroghe:
Banda larga. Per rifinanziare il fondo per il passaggio al digitale è autorizzata la spesa di 30 milioni di euro per il 2011, soldi che saranno presi dalle risorse finalizzate ad interventi per la banda larga.Il governo Prodi aveva accantonato 2,6 miliardi di euro per le infrastrutture legate alla banda larga. Ora siamo a 30 milioni, per capire quanto questo governo, unico in Europa, non si stia occupando del digital divide.
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