Tutti sanno che l’unica via per spezzare questa situazione – l’unica – è abbattere il dualismo del mercato del lavoro, introducendo un diritto del lavoro unico per tutti. Ferie, malattia, maternità, accesso al credito da subito, per tutti. Tutele certe e crescenti nel tempo. Continuità del reddito tra un lavoro e l’altro. Ci sono varie proposte in campo che vanno in questa direzione, non solo quella di Pietro Ichino. Vediamo cosa metterci dentro, i tempi e le regole. Partiamo dall’estendere il regime solo ai nuovi contratti, così da non toccare il 5 per cento di lavoratori che hanno il massimo delle tutele, che tanto diventano sempre di meno comunque. Raddoppiamo le sanzioni contro gli odiosi licenziamenti per discriminazione, che comunque resteranno sempre e comunque sanzionabili dai tribunali del lavoro, come oggi. Ma discutiamone: non ci sono altre vie. Un sindacato serio dovrebbe pretendere questa discussione, invece che evitarla, e dovrebbe mettersene al centro per condizionarla.
martedì 20 dicembre 2011
PARLANDONE SERIAMENTE (DELL'ART. 18)
Dal blog di Francesco Costa. Al solito qui l'articolo completo (che consiglio vivamente), qui un trafiletto. L'effetto di una maggiore tassazione del lavoro precario comporterebbe l'immediato passaggio di reddito dai lavoratori precari ai pensionati, senza contribuire a migliorare le condizioni economiche di chi subisce la precarietà, ma, anzi, peggiorandole. Discutiamo di tutto, ma dentro le giuste coordinate.
QUANTO E' FATICOSO ESSERE MODERATI
Oggi è il giorno dei quotidiani. Un bell'editoriale di Menichini, il direttore di Europa:
Lo fa soprattutto Camusso, che si muove ormai più come un partito che come un sindacato dando giudizi di carattere generale che la mettono se non in opposizione quanto meno in competizione col Pd. Monti deve togliere loro ogni alibi e costringerli a una discussione serrata, con contropartite ma anche tempi e risultati certi.Aggiungo io una sola cosa. Che in tempi come questi è facilissimo urlare, predicare, protestare. Molto faticoso ragionare, non farsi prendere dalla superficialità, analizzare nel profondo le questioni.
FARE SINTESI, PLEASE
Una buona riflessione di Pippo. Perché se non produci politica e politiche le subisci. E soccombi.
RIFIUTI PREGIUDIZIALI (DE ART. 18)
Un bell'articolo della Stampa sulla questione articolo 18. Qui lo trovate per intero, qui due brevi passaggi:
In un mondo di mercati globalizzati, dove la competizione non ha confini né protezioni, non si tratta di difendere «totem e tabù», anche questi termini suonano vecchi e sbagliati, ma di confrontarsi sul modo di contemperare due esigenze: quella di favorire l’occupazione, specie giovanile, e quella di impedire una incontrollata «licenza di licenziare». Una discussione, però, che deve assolutamente evitare toni apocalittici e ricattatori, appelli ai «principi inalienabili», come controproposte irrealizzabili e controproducenti. A quest’ultimo proposito, davvero la segretaria della Cgil pensa che aggravare i costi per le assunzioni a tempo dei giovani aiuterebbe costoro a trovare più facilmente un’occupazione?
(...)
Se alle barricate conservatrici delle corporazioni, quelle dei tassisti, dei farmacisti, dei notai e degli avvocati, dei commercialisti come degli architetti e, magari, anche quelle dei giornalisti, si uniscono anche quelle dei sindacati maggiori, sarà davvero impossibile, per il nostro Paese, raggiungere una crescita economica che impedisca un irreversibile declino. I danni saranno gravi per tutti, anche per coloro che credono di salvarsi nel recinto, ormai illusorio, delle vecchie protezioni. Ma saranno gravissime per le nuove generazioni che, per tutta la vita attiva saranno costrette a una precarietà continua e, quando saranno anziane, si troveranno con pensioni da fame. Forse non ci rendiamo conto di quale «bomba sociale» stiamo innescando per uno scoppio terribile tra trenta-quarant’anni. C’è ancora poco tempo perché la nostra memoria non sia maledetta.
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