giovedì 2 febbraio 2012

LA MONOTONIA DELLA RETORICA BENPENSANTE

Ieri Monti ha osato dire che avere per tutta li vita un posto di lavoro è monotono.
Apriti cielo.
Bacheche di facebook piene di battute e sarcasmi, gruppi indignati, e la solita retorica di "sinistra" (che poi di sinistra non è, perché per quanto mi riguarda per essere di sinistra bisognerebbe andare al cuore delle questioni, non continuare a stare in superficie).
Prendo spunto da un bell'articolo comparso su The week per fare una piccola analisi di quello che ha detto il Premier.
"I giovani si devono abituare all'idea che non avranno un posto fisso per tutta la vita"
Fin qui, mi pare che constati semplicemente la realtà in cui viviamo. Un mercato del lavoro mobile che, se gestito bene, riesce a dare maggiori vantaggi che svantaggi, in termini di stipendio, produttività, qualità della vita, se gestito male, coma è stato fatto in questo Paese, costringe in schiavitù i lavoratori. Però fate questo esperimento, chiedete ad un operaio che sta al tornio 8 ore se non vorrebbe cambiare nel caso ci fossero le condizioni.
"che monotonia un posto fisso per tutta la vita, è più bello cambiare, avere delle sfide"
Ecco la frase incriminata. Eppure io, che un posto fisso non l'ho mai avuto, sono d'accordo. Perché lavorare tutta la vita nello stesso posto può funzionare se ti piace dove sei. Se per caso non ti trovi bene  diventa pesante, frustrante, demotivante.
E' logico che sia preferibile avere un posto fisso piuttosto che non avere lavoro, ma sarebbe ancora meglio avere la possibilità di avere un lavoro fisso con la possibilità di cambiarlo con maggiore facilità.
Il punto è che questa flessibilità deve essere inserita in un sistema di regole che proteggano la dignità della persona. Ed infatti, subito dopo, Monti dice:
"tutto ciò deve avvenire in condizioni accettabili"
Ovviamente questa frase sulle bacheche dei benpensanti di sinistra non la troverete, gli è rimasta nella tastiera.
E' evidente che il sistema di flessibilità sperimentato in Italia in questi anni ha garantito alle aziende la possibilità di fare sciacallaggio sulla vita delle persone, a danno non solo delle persone stesse (e di un'intera generazione), ma anche dell'intero Paese, che si è ritrovato senza una classe dirigente in grado di mettere insieme profitti ed investimenti sul proprio personale, facendo di conseguenza molta fatica a stare sul mercato.
"la terribile apartheid che esiste nel mercato del lavoro tra chi è già dentro - magari per motivi di età - e chi è giovane e fa fatica ad entrare o entra in maniera precaria. Noi vogliamo ridurre il divario tra questi due tipi di tutela"
Ed ecco la stoccata finale. C'è una dicotomia esistente fra chi lavoro e chi, molti, non lavorano. Il punto è garantire a tutti lo stesso tipo di tutele, proteggendo i lavoratori dallo sfruttamento e garantendo a tutti la possibilità di realizzarsi.

La monotonia di questo paese è rappresentata dallo stallo che abbiamo vissuto per vent'anni. Spero che Monti si dimostri quello che è. Faccia le riforme, lo faccia.
Magari non saranno di sinistra (perché la maggioranza è composta anche da Pdl e Udc), ma almeno saranno riforme. Andranno in parte nella giusta direzione (magari, per esempio, abolirà gli stage gratuiti, moderna forma di schiavitù), in parte no.
Per quello, fra qualche mese, ci saranno le elezioni.