martedì 21 febbraio 2012

I VECCHI SCHEMI NOVECENTESCHI

Andrea mi segnala una bella lettera di alcuni giovani a Monti.
Bella.
Si valutino merito, creatività e talento: si premino i più bravi attraverso un nobile sistema di incentivi economici e sociali. Quella che auspichiamo è anche una riforma culturale, i nostri padri oggi vivono nella bambagia delle tutele grazie ad un «dispetto generazionale»: siamo costretti noi tutti a soccombere rispetto alle mille garanzie che le generazioni che ci hanno preceduti si sono arbitrariamente assegnate.

SINDACATI E CONFINDUSTRIA, SMETTETELA

Ho letto con interesse l'intervista da Emma Marcegaglia sul Corriere.
La faccenda è molto complicata. In primo luogo c'è il peccato originale di molti imprenditori: approfittare delle forme contrattuali che prevedono massima flessibilità a sproposito, utilizzare la cassa integrazione anche quando non si dovrebbe, svenare il territorio dove si è per poi delocalizzare, usare i giovani come se fossero spazzatura con stage gratutiti, ecc. ecc.
Detto questo (se no finisce che mi accusano sempre che sono destrorso), è una verità che i sindacati abbiano difeso persone indifendibili, soprattutto nella pubblica amministrazione.
Insegnanti che svolgono il loro lavoro con i piedi, personale perennemente in malattia, svariate forme di assenteismo in molte aziende.
Dico una cosa che sembrerebbe ovvia ma che non lo è: o qui ci mettiamo tutti a difendere la parte migliore del paese o affondiamo.
La Confindustria smetta di difendere imprenditori senza scrupoli e il sindacato smetta di difendere lavoratori altrettanto senza scrupoli e strafottenti.
Smettiamola con le difese corporativiste, con gli attacchi a prescindere perché loro sono i padroni e loro sono i proletari.
Per il bene di tutti svegliamo il merito, perché è solo su questo terreno che potremo ricostruire un tessuto sociale degno di questo nome e metteremo le basi per una redistribuzione del reddito fondata sulla qualità e sulla dignità delle persone e non sulla disonestà e l'egoismo.

SE NO NON MI PRENDONO SUL SERIO


Copio pari pari dal blog di Pippo.
Perdonate la metafora calcistica, ma tutto è pronto (si fa per dire) per la stagione 2012-2013. 
  • 5-4-1. In difesa (di se stessi, soprattutto) i partiti, in attacco Monti, che può finalizzare e, al contempo, aprire il gioco a Passera o ad altre seconde linee. Tutta la squadra ruota intorno a Ibrahimović, insomma. Se poi non dovesse esserci Ibrahimović sarebbe un guaio. Di quelli grossi. 
  • 4-3-3. Modello Vasto, con tridente tradizionale, centravanti e due ali. Segna poco, dice qualcuno, e soprattutto sbilancia la squadra. A centrocampo i vice, in difesa il gruppo dirigente attuale. Si punta su tradizione ed esperienza. Squadra che vince… forse bisogna cambiare proverbio, ma ci siamo capiti.
  • 4-4-2. Modello civico: in difesa i sindaci, fluidificanti sulle ali, con forte proiezione offensiva. A centrocampo un gruppo dirigente rinnovato, solido nell’interdizione e capace di bel gioco. In attacco un ticket scelto con le primarie. Ci vuole molto coraggio, dice il mister. 
  • 4-3-2-1. Il tempo che passa. E forse non sarà nessuna delle ipotesi ora più gettonate quella con cui ci presenteremo alle elezioni. In ogni caso, ne vedremo delle belle (speriamo).
Che poi il 4-4-2- è il modulo più scontato, quello facile facile che dà maggiori garanzie. Eppure sembra sempre essere complicato ascoltare chi sta in tribuna, pagando il biglietto, che da qualche anno, in ogni occasione, ci chiede di essere solidi e al contempo di aprirci alle esperienze civiche.
E poi, anche nel calcio, ci sono i cicli. E forse il ciclo di questa classe dirigente è finito da qualche tempo. Se si insiste, va a finire che si finisce come l'inter, con qualche ragazzo impegnato nel Pd costretto a tirar fuori uno striscione: "potete lasciare spazio a qualche giovane, se no nessuno mi prende sul serio quando parlo di politica?"