Mai come in questa occasione la vittoria per ridare a Milano un governo capace di risolvere i problemi della gente, anche quelli più spinosi e difficili come la crisi che ancora morde o l’integrazione, è stata così a portata di mano. Per tutto il centrosinistra è un’occasione formidabile per rottamare le sconfitte, che in questi anni hanno permesso a una destra ottusa e provinciale di governare Milano, privando la città di un futuro degno della sua storia, al passo con Berlino, Parigi, Londra, e relegandola a città “provinciale”, chiusa dentro i suoi stretti confini.
La competizione tra quattro candidati alle primarie del centrosinistra ha rappresentato e rappresenta una risorsa formidabile che ha messo in moto una straordinaria partecipazione, tanto che a queste consultazioni potremmo registrare il record di votanti e questo sarebbe già di per se un risultato molto positivo, che darebbe una grande spinta in vista delle elezioni di primavera, chiunque sarà il vincitore.
Il centrosinistra è stato in grado di mettere in campo quattro persone autorevoli e perbene, appassionate, non appiattite su posizioni di partito ma creative e propositive, che hanno dato tutto in questa campagna per le primarie e che farebbero altrettanto se dovessero sfidare la Moratti.
Noi abbiamo deciso di sostenere Stefano Boeri, perché ci sembra quello più in grado di raccogliere le tante forze presenti a Milano per sconfiggere l’oscurantismo del centrodestra, Lega Nord compresa, e della Moratti. Ci sembra il candidato più fresco, più adatto a dare gambe con proposte innovative all’idea di una città aperta e sostenibile, che affronta i problemi coinvolgendo i comuni che gravitano intorno al capoluogo e capace di promuovere una buona integrazione: la tavolata di Viale Padova è stata un’iniziativa formidabile, anche dal punto di vista simbolico, perché oltre ad aver dato un’idea diversissima di come si può contribuire a risolvere il problema della sicurezza, ha fatto vedere chiaramente che una città multietnica, civile e concorde, è più che possibile.
Crediamo che Stefano possa anche dare gambe alle idee di tanti giovani che aspettano non che qualcuno li imbocchi dall’alto ma che una squadra sia in grado di offrire loro l’assist che attendono da tempo per costruirsi una vita dignitosa, con un lavoro più certo che incerto e la possibilità di trovare una casa a prezzi accessibili, anche per metter su famiglia. Milano può offrire tanto ma fino ad ora non lo ha fatto.
Sicuramente tutti i candidati darebbero il massimo e, stando nel centrosinistra, hanno idee e proposte che vanno nella stessa direzione. La nostra è però una scelta che guarda al futuro, perché per rimettere in sesto Milano nell’interesse dei tanti che nonostante tutto ancora la amano, non solo chi vi risiede ma anche chi ogni giorno viene per studiare e lavorare, servono visione e progetti che guardino non alla prossima scadenza elettorale ma al 2020 almeno. Bisogna andare oltre, insomma. Ma prima, bisogna finalmente rottamare le sconfitte. Tutti insieme.
Giuseppe Civati, consigliere regionale Pd, e Carlo Monguzzi, Pd Milano (e Stefano Indovino, che non l'ha scritto con loro, ma sottoscrive parola per parola)
mercoledì 10 novembre 2010
CATTIVI MAESTRI
Bossi in prefettura fuma il sigaro e Cota gli tiene il posacenere. Quando si dice il rispetto per le regole.
E a chi dice che in fondo lo facciamo tutti, rispondo che:
E a chi dice che in fondo lo facciamo tutti, rispondo che:
- Io non lo faccio
- Chi ha una carica del genere ha il DOVERE di dare il buon esempio, perchè ha giurato sulla Costituzione, perchè rappresenta l'Italia nel mondo, perchè si dimostra poco affidabile. Sarebbero queste persone ad insegnare agli immigrati le leggi del nostro paese? Forse quelli che loro chiamano clandestini sono migliori italiani rispetto a quanto non siano loro.
- Non c'entra niente, ma ogni volta che vedo Renzo Bossi là dietro, mi ricordo che questo paese non sa nemmeno lontanamente cosa significhi la parola merito. Dobbiamo cambiare le cose.
BABBO NATALE ESISTE
In linea con lo spirito della Leopolda, il buongiorno di Gramellini, perchè i sogni si fa presto ad ammazzarli.
La pubblicità francese di una banca mostra un padre che annuncia al figlio cresciutello: «Ho una brutta notizia da darti: Babbo Natale non esiste». Si tratta, immagino, di una denuncia ironica dei «bamboccioni». L’ironia è diventata il lasciapassare di qualsiasi bischerata. Se mostri una donna con un filo interdentale al posto della gonna sei volgare. Ma se la mostri spiegando che si tratta di una rivisitazione ironica della volgarità altrui, allora qualcuno ti considererà un genio. Purtroppo o per fortuna i bambini non conoscono l’ironia, frutto del disincanto. Si nutrono di sogni e di certezze: per loro Babbo Natale, che diamine, è Babbo Natale. E lo spot negazionista li ha sconvolti, provocando crisi di pianto in tutta la Francia, con conseguenti arrabbiature dei genitori nei confronti della tv cinica e bara.
Inutile dire che hanno ragione. Babbo Natale esiste. Lui e la Befana sono gli unici baluardi di meritocrazia in questa società che non riesce più a premiare e a punire nessuno. Solamente nel mondo vero, quello echeggiato dai miti, la giustizia funziona ancora. Sei stato bravo? Regali. Cattivo? Carbone. Senza favoritismi, ripescaggi, raccomandazioni. Anziché tolte ai piccoli, certe sicurezze andrebbero restituite ai grandi. Magari la tv ci trattasse da bambini. Invece ci tratta da deficienti. Con una mano nasconde le questioni sociali e con l’altra irride gli archetipi universali. Babbo Natale galoppa con le sue renne in un angolo dei nostri cuori, ma è un vecchietto fragile: per ucciderlo, a volte, basta una battuta.
La pubblicità francese di una banca mostra un padre che annuncia al figlio cresciutello: «Ho una brutta notizia da darti: Babbo Natale non esiste». Si tratta, immagino, di una denuncia ironica dei «bamboccioni». L’ironia è diventata il lasciapassare di qualsiasi bischerata. Se mostri una donna con un filo interdentale al posto della gonna sei volgare. Ma se la mostri spiegando che si tratta di una rivisitazione ironica della volgarità altrui, allora qualcuno ti considererà un genio. Purtroppo o per fortuna i bambini non conoscono l’ironia, frutto del disincanto. Si nutrono di sogni e di certezze: per loro Babbo Natale, che diamine, è Babbo Natale. E lo spot negazionista li ha sconvolti, provocando crisi di pianto in tutta la Francia, con conseguenti arrabbiature dei genitori nei confronti della tv cinica e bara.
Inutile dire che hanno ragione. Babbo Natale esiste. Lui e la Befana sono gli unici baluardi di meritocrazia in questa società che non riesce più a premiare e a punire nessuno. Solamente nel mondo vero, quello echeggiato dai miti, la giustizia funziona ancora. Sei stato bravo? Regali. Cattivo? Carbone. Senza favoritismi, ripescaggi, raccomandazioni. Anziché tolte ai piccoli, certe sicurezze andrebbero restituite ai grandi. Magari la tv ci trattasse da bambini. Invece ci tratta da deficienti. Con una mano nasconde le questioni sociali e con l’altra irride gli archetipi universali. Babbo Natale galoppa con le sue renne in un angolo dei nostri cuori, ma è un vecchietto fragile: per ucciderlo, a volte, basta una battuta.
BASTA POCO PER PEDALARE
C'è chi a Milano dice di voler ridurre il traffico rifacendo C.so Buenos Aires senza nemmeno una pista cicablile come la Moratti, e chi, come Stefano Boeri, in Buonos Aires ci va per metterla la pista cicalbile, perchè ci vuole davvero poco.
Cambiamo città, restiamo a Milano.
Cambiamo città, restiamo a Milano.
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