lunedì 26 novembre 2012

SIAMO TUTTI MATTI

Ecco il secondo episodio di Polifemo. Si parla di primarie con ospite Francesco Laforgia, della sempiterna Rosy Bindi, del partito di Cicciolina. C'è anche una puntatina del Sindaco di Milano Pisapia, perché non ci facciamo mancare mai niente. Ho provato anche a leggere, malissimo, il post che ho scritto ieri. La fatica di queste giornate si è fatta sentire, così come poche ore di sono alle spalle. C'è qualche incespicamamento di troppo.

LA FOLLIA DELLE PRIMARIE (HA RAGIONE GRILLO, FORSE)

Inizio da delirio sprezzante di un buffone per commentare la meravigliosa giornata di oggi:
 Le secondarie, terziarie, nullarie del pdmenoelle di questa domenica di novembre 2012, data che verrà ricordata come l'ennesimo giorno dei morti della Seconda Repubblica, sono una rappresentazione senza contenuti, un'auto celebrazione di comparse, un grottesco viaggio nella pazzia
Forse in parte il giullare del web ha ragione, forse ci vuole una buona dose di follia per rendere possibile una giornata di questo genere.
La follia di migliaia di volontari che da giorni donano il loro tempo libero per permettere le registrazioni e che oggi, pazientemente, hanno accolto e fatto votare nei seggi milioni di persone. Follemente innamorati della politica e follemente orgogliosi di vivere così la loro militanza a delle idee prima che ad un partito.
La follia di migliaia di elettori che hanno colto questa straordinaria occasione per esprimere il loro voto e la loro preferenza, nonostante qualche delusione di troppo che sicuramente questo centrosinistra negli ultimi anni ha regalato. C'è qualcuno che avrà mugugnato e qualcuno che sarà arrivato col sorriso, qualcuno che avrà deciso all'ultimo chi votare e qualcun altro che invece non ha nemmeno dovuto deciderlo, qualcuno pronto alle 8 meno 5 e qualcun altro arrivato affannato al seggio alle 20 meno 1. Tutti, certamente, follemente convinti che questa è una stupenda prova di democrazia.
La follia di chi cerca di mettere insieme tutti per governare, quella di chi vuole cambiare tutto, quella di chi crede ancora nella forza di appassionanti narrazioni.
La follia della vecchietta che si trascina al seggio perché ha visto morire amici per permetterle di esprimere il suo voto e quella di un ragazzo giovane che dalla politica e da questo centrosinistra si aspetta un regalo grande come il futuro.
La follia di chi, nonostante tutto, al Pd vuole bene.
La follia di chi viene preso per pazzo mentre posta, twitta, condivide, con 10 pagine aperte per controllare lo spoglio e i social network, mentre la/il fidanzata/fidanzato/moglie/marito/amica/amico lo guarda con la consapevolezza che sei di chi sa di avere di fronte un caso irrecuperabile, perché la politica è un virus che se ti acchiappa difficilmente ti molla.
La follia di chi crede che il web sia importante, ma ritrovarsi al seggio delle primarie e scambiare quattro chiacchiere sia molto meglio.
La follia di chi ha inventato regole un po' farraginose e quella di chi pensava a primarie senza regole. La follia di chi crede che, delle volte, la verità stia sempre nel mezzo. La follia di uno spoglio un po' troppo a rallentatore.
La follia di chi crede che questo centrosinistra alla fine troverà una quadra, perché è la casa di tutti noi (Di Pietro magari anche no) e nessuno di noi può essere accompagnato alla porta senza che crolli tutto (anche in termini di curva dei voti).
La follia di chi spera che la settimana prossima si voli alto, riducendo al minimo i colpi bassi, navigando a vele spiegate verso la vittoria alle secondarie, che poi sono quelle che più ci interessa vincere.
La follia di Rosy Bindi, alla quale pare interessi più straparlare che vincere.
La follia della sfida lanciata da Matteo, la follia di Pigi che l'ha accettata, la follia di chi queste primarie non le voleva per paura, la follia di una classe dirigente che prova ad essere impermeabile alla realtà e al tempo che passa. La follia di chi pensa che il 30% e passa di Matteo possa essere trascurato.
La follia di chi stanotte va a letto felice. La follia di chi oggi ha pronunciato una semplice parola, frequentata sempre meno da tutti noi: "Grazie".
La follia di chi crede che l'esercizio della ragione, dell'andare al fondo delle questioni, del non generalizzare, del guardare il mondo nelle sue caleidoscopiche mille sfaccettature e complessità, sia l'unica strada per risollevarci.
La follia di chi domenica prossima si ritufferà in questa grande avventura democratica.
La follia di un buffone che settimana prossima riverserà su questa meraviglia ancora un po' di bile. Senza capire che questa gente è solo una magnifica realtà, per fortuna di questa Italia rannicchiata su sé stessa da tanto, troppo tempo.