martedì 30 aprile 2013

L'OMBELICO E IL METODO

Questo è un post ombelicale sul Pd. Perciò chi non è interessato può fermarsi qui, sono sicuro dormirà lo stesso stanotte e nelle notti seguenti.
Nei miei studi letterari mi sono più volte imbattuto in testi in cui si sostiene, io credo a ragione, che il formato, il supporto di un testo è importante almeno quanto il contenuto nella produzione artistica. Leggere su un papiro, su un libro, su un e-reader, non è la stessa cosa. Il significante è fortemente legato al significato perciò e dalla loro diversa articolazione dipende la decodifica e l'attribuzione di senso che ciascuno di noi produce.
Traslando questo concetto dalla letteratura alla politica potremmo dire che la forma, le modalità con cui vengono svolti i processi decisionali, i metodi utilizzati per stilare linee di indirizzo politiche sono importanti almeno quanto le decisioni stesse. Perché in quella forma si legittima la sostanza della democrazia e del ruolo dei partiti.
Allora trovo incredibile che la candidatura di Franco Marini non sia stata discussa prima, non dico in direzione nazionale, ma almeno nei gruppi parlamentari, perché era evidente che quella candidatura significava un cambio di rotta nei confronti delle possibili alleanze di Governo.
Allora trovo incredibile che 101 onorevoli abbiano accoltellato il loro partito alle spalle applaudendo la mattina la candidatura di Romano Prodi.
Allora trovo incredibile che in quelle ore concitate nessuno abbia pensato, ancora una volta, di convocare i parlamentari per discutere, almeno fra loro, della scelta di rieleggere Napolitano.
Allora trovo incredibile che sia stata convocata una direzione di un'ora e mezza per votare in fretta e furia (fretta quasi mai amica della democrazia) un cambio di rotta completo, rispetto alla scelta di formare un Governo con il Pdl.

Ecco.

Quando dico che il metodo è fondamentale intendo questo.
Perché si poteva anche arrivare ad una scelta di questo genere e ad un Governo così, ma bisognava parlarne, discutere e confrontarsi. Perché è inutile che facciamo le primarie per i Parlamentari e poi le decisioni vengono prese da 5 persone chiuse in una stanza. Perché è dannoso prendere scelte senza spiegarle per bene, pretendendo che le persone ti seguano a prescindere come soldatini disciplinati. Perché è inutile parlare di riforma dei partiti se poi l'unico partito degno di questo nome sceglie in questo modo utilizzando un metodo che, in fondo, poco ha a che fare con la democrazia rappresentativa. Proprio quella democrazia rappresentativa che oggi dovremmo essere in grado di tradurre in metodi, azioni, formule, che la difendano dall'attacco portato da chi crede che il futuro sia da ricercare in una democrazia diretta e oligarchica.

Già si sente parlare di congresso chiuso. Ecco, spero non sia così. Perché spesso è la forma che incide sulla sostanza, è la politica che incide sulle politiche. Questo post serve a questo: un richiamo al metodo che diventa sostanza democratica. Non so quanto durerà questo Governo e se sarà in grado di attuare politiche di buonsenso che l'Italia aspetta da molto, troppo tempo.
So però che dobbiamo assolutamente ridare senso a quella parola, democratico, che dovrebbe rappresentare l'aspirazione metodologica del nostro partito e che invece si concretizza sempre di più e sempre più spesso in lotte fratricide fra ex qualcosa.