sabato 21 settembre 2013

IL MIO PASTORE

Ho letto tutta l'intervista del Papa a Civiltà Cattolica, che potete trovare nella sua versione integrale qui e che, ovviamente, vi consiglio di leggere.
Tante le parti da cui sono stato colpito, ne cito qui due alle quali mi sono affezionato in modo particolare (perché alle parole che ci toccano nel profondo possiamo anche affezionarci):
Si deve lasciare spazio al Signore, non alle nostre certezze; bisogna essere umili. L’incertezza si ha in ogni vero discernimento che è aperto alla conferma della consolazione spirituale 
(...) 
Invece di essere solo una Chiesa che accoglie e che riceve tenendo le porte aperte, cerchiamo pure di essere una Chiesa che trova nuove strade, che è capace di uscire da se stessa e andare verso chi non la frequenta, chi se n’è andato o è indifferente. Chi se n’è andato, a volte lo ha fatto per ragioni che, se ben comprese e valutate, possono portare a un ritorno. Ma ci vuole audacia, coraggio
Ecco. Umiltà e coraggio. Lo scrivo qui e provo anche a portarmele dentro. Perché, come ho avuto già modo di scrivere qui un'infinità di volte, l'unico modo per far comprendere la bellezza di credere è farsi testimoni felici della propria fede, senza imporre niente a nessuno. E, almeno per me, umiltà e coraggio sono due parole chiave per poter provare ad essere un testimone migliore di quello che sono stato finora.

A CONGRESSO

Se andiamo a guardare l'etimologia della parola congresso scopriamo che ha un significato che, se applicato letteralmente, riuscirebbe a dissipare molti dei problemi che ciascuno di noi vive nel suo fare politica del PD. Infatti la parola deriva dal latino congressus (da con - gredi) che significa camminare, muovere insieme.
E per muoversi insieme c'è la necessità, per prima cosa, di rispettarsi, di non identificare l'altro come il male assoluto, di riconoscersi all'interno di un progetto comune ed in alcune parole chiave che devono caratterizzare i programmi di ciascuno dei candidati e, soprattutto, di mettere da parte tutte quelle vicende personali che poco hanno a che fare con gli interessi delle persone che siamo chiamati a servire e rappresentare. Quelle stesse persone che anche oggi, in questo momento, non sono interessate alle nostre vicende, per motivi che ognuno di noi può capire benissimo. 
Ed è da qui che dovremmo ripartire, dalla estrema necessità di riportare umanità e competenze nei nostri circoli, dall'essere attrattivi nelle proposte, di aprire le nostre porte senza paura della contaminazione e del confronto, perché è proprio la capacità di saper resistere alla tensione portata dal confronto che ci consentirà di essere rappresentativi ed in grado di essere cinghia di trasmissione fra le Istituzioni e la società. Dall'incontrare persone che non frequentano più i luoghi della politica cercando di coinvolgerle, cercando di trovare insieme a loro il senso e l'entusiasmo dal quale non si può prescindere quando si ha l'onore di mettersi al servizio della propria comunità, provando a raccontare la bellezza e la difficoltà dello stare insieme nella stessa casa. 
Qui potete ascoltare i tre interventi dei candidati a guidare il mio Partito: Pippo Civati, Gianni Cuperlo, Matteo Renzi
Nei prossimi giorni proverò a scrivere cosa mi piace e cosa no di ciascuno. Nessuno finora mi ha convinto del tutto, non mi vergogno a dirlo. Sarebbe interessante sapere anche come la pensate voi, anche chi guarda da lontano, anche a chi, della politica, non gliene frega niente. Soprattutto chi ha la mia età, soprattutto chi non capisce i motivi del mio impegno (e, vi assicuro, sono molti di più di quelli che potreste immaginarvi), soprattutto chi mi dice che sono un matto. Provate ad ascoltare gli interventi di questi tre e a dirmi cosa ne pensate. Così da provare a fare quel famoso pezzo di strada insieme, a congresso.