E per muoversi insieme c'è la necessità, per prima cosa, di rispettarsi, di non identificare l'altro come il male assoluto, di riconoscersi all'interno di un progetto comune ed in alcune parole chiave che devono caratterizzare i programmi di ciascuno dei candidati e, soprattutto, di mettere da parte tutte quelle vicende personali che poco hanno a che fare con gli interessi delle persone che siamo chiamati a servire e rappresentare. Quelle stesse persone che anche oggi, in questo momento, non sono interessate alle nostre vicende, per motivi che ognuno di noi può capire benissimo.
Ed è da qui che dovremmo ripartire, dalla estrema necessità di riportare umanità e competenze nei nostri circoli, dall'essere attrattivi nelle proposte, di aprire le nostre porte senza paura della contaminazione e del confronto, perché è proprio la capacità di saper resistere alla tensione portata dal confronto che ci consentirà di essere rappresentativi ed in grado di essere cinghia di trasmissione fra le Istituzioni e la società. Dall'incontrare persone che non frequentano più i luoghi della politica cercando di coinvolgerle, cercando di trovare insieme a loro il senso e l'entusiasmo dal quale non si può prescindere quando si ha l'onore di mettersi al servizio della propria comunità, provando a raccontare la bellezza e la difficoltà dello stare insieme nella stessa casa.
Qui potete ascoltare i tre interventi dei candidati a guidare il mio Partito: Pippo Civati, Gianni Cuperlo, Matteo Renzi.
Nei prossimi giorni proverò a scrivere cosa mi piace e cosa no di ciascuno. Nessuno finora mi ha convinto del tutto, non mi vergogno a dirlo. Sarebbe interessante sapere anche come la pensate voi, anche chi guarda da lontano, anche a chi, della politica, non gliene frega niente. Soprattutto chi ha la mia età, soprattutto chi non capisce i motivi del mio impegno (e, vi assicuro, sono molti di più di quelli che potreste immaginarvi), soprattutto chi mi dice che sono un matto. Provate ad ascoltare gli interventi di questi tre e a dirmi cosa ne pensate. Così da provare a fare quel famoso pezzo di strada insieme, a congresso.
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