Domani in Commissione Educazione si discuterà della mia proposta, poi presentata insieme a tutti gli under 30 in Consiglio di Zona.
Spero che in quella sede potremo migliorare la proposta, condividendola con tutti.
Su una cosa non transigo: devono essere gli under 30 ad andare nelle scuole, perché, al di là di quello che potremmo dire in classe, è significativo che a farlo siano ragazzi come loro che hanno deciso di provare a cambiare le cose, ciascuno a suo modo.
Qui non si tratta di raccontare un'esperienza (se fosse così potrebbero farlo, e bene, tutti i Consiglieri), si tratta di condividerla. Per farlo serve parlare lo stesso linguaggio, avere gli stessi riferimenti, condividere gli stessi problemi. Ecco cosa dirò domani, soprattutto a chi mi ha accusato di essere discriminatorio. Non lo sono: c'è un progetto con un obiettivo che, per essere raggiunto, ha bisogno di essere messo in atto da chi può realizzarlo per il meglio. Tutto qua. Mi sembra chiaro, rispettoso di tutti e, soprattutto, giusto.