L'altro giorno mi è capitato ad una riunione di fare questo intervengo, che ripropongo qui, nella remota possibilità che interessi a qualcuno.
La prima domanda che ci dobbiamo fare è a cosa serve un partito. Io credo che serva a fare da tramite fra le istanze legittime della società, in cui dovremmo essere immersi, e i luoghi dove si prendono le decisioni. Fare da tramite significa analizzare, organizzare, sintetizzare, produrre, dare organicità ai bisogni delle persone che abitano questo paese, fornendo poi proposte e risposte concrete e tangibili. Il tempo delle promesse è finito.
La seconda domanda che ci dovremmo fare è a cosa serve oggi iscriversi ad un partito ed in particolare al Pd. Perché nei nostri circoli non ci sono giovani. Il nostro è un partito vecchio, un po' come la nostra società. Allora il compito dei "giovani" è quello di coinvolgere altri giovani, ed il compito del partito è quello di coinvolgere, anche in maniere nuove, nuove persone, ripensando sé stesso, il suo organigramma, la sua struttura, i doveri e i diritti del suo popolo.
Il Pd è messo in un angolo, rincorre in maniera affannosa la società civile, a volte per colpe sue, altre per colpe di proposte populistiche fatte da altri. Le correnti, se sono autoreferenziali, ingessano il partito. Per essere utili dovrebbero lavorare sui temi, confrontandosi, spostando verso l'alto l'asticella della qualità della proposta politica del Pd. Purtroppo, ad oggi, sono ascensori per far carriera.
Da questa empasse si esce lavorando sui temi, sul futuro, sui giovani, perché affrontare i problemi dei giovani vuol dire affrontare il paese di tutti, dell'intera nazione, come scrive Pippo nel suo libro. E sono proprio i giovani a doversi far carico della produzione tematica e politica di questo partito, perché è solo così che si legittima un ricambio generazionale che è inutile da nascondere almeno quanto è inutile da affrontare con toni rivendicativi. Chi è lì da troppo tempo si manda via dimostrando l'inadeguatezza delle sue proposte.
E' tempo di creare reti, di usare la rete, di ripartire dalla formazione e dalla solidarietà tra di noi.
Insomma, è il nostro tempo, ora.
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