Purtroppo non ce ne sono di significative. Anzi, in cambio del reintegro sono state alleggerite alcune norme relative ai contratti interinali. Al solito, nessuno vuole mettere contro le generazioni, ma quando c'è da garantire qualcuno, si continua a difendere chi è più rappresentativo e soprattutto rappresentato.
Il dato di fatto è uno: rimane la selva di contratti, rimangono i contratti a progetto (fra l'altro, aumentare la tassazione su questi contratti senza stabilire un importo minimo equivale a diminuire il netto che entra nelle tasche dei lavoratori), rimane la sensazione che, ancora una volta, non si sia tutelato chi ne avrebbe davvero bisogno per garantirsi una vita decente.
Qualcuno scrive sarà per la prossima, speriamoci.
Il punto è che i duri e puri della sinistra dicono che non si può arretrare, l'articolo 18 è un baluardo da difendere a tutti i costi. La mia domanda è questa: siete sicuri che così facendo, puntando solo ed esclusivamente alla luna, alla fine si ottenga qualcosa? Siamo sicuri che la continua difesa dello status quo alla fine non significhi il continuo sacrificio di chi è schiavizzato con contratti precari? Siamo sicuri che in questo contesto si possa ottenere tutto?
Io, scusatemi, credo che la priorità sia eliminare i contratti precari, anche a costo di discutere l'articolo 18, anche a costo di spacchettarlo, anche a costo di reinventarselo in un quadro diverso.
In pochi hanno provato a farlo, questo è il risultato. Ancora una volta il sogno di una casa, di una famiglia, di una vita normale, si allontana per molte, troppe persone.
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