In questo momento c’è una distanza abissale fra la politica e la vita delle persone, a molti di voi sarà capitato di sentire, che è tutto un magna magna, che i politici sono tutti ladri e via dicendo. La cosa più grave è che a pensarlo spesso sono ragazzi di 18, 20, 25 anni.
A me questa cosa fa star male, perché c’è gente che ha messo in gioco la propria vita per fare la Politica con la P maiuscola, per esempio il sindaco Vassallo.
Ecco allora io credo che se c’è una parola da cui bisogna muoversi per fare la rivoluzione è proprio Servizio. C’è bisogno di persone che sappiano mettersi al servizio di un’idea, delle persone, di chi ci vota o vota il nostro partito, dei compagni di partito, dell’Italia.
Mi sono stufato delle persone che continuano a lamentarsi ininterrottamente e non fanno mai niente per cambiare le cose, io scelgo di tirarmi su le maniche (per citare il segretario, mio segretario Pigi), e di provare a cambiarla questa realtà, perché a chi mi dice che siamo la generazione di chi non avrà quello che hanno avuto i nostri genitori io rispondo che non è vero, avremo qualcosa di diverso, e starà a noi far diventare il nostro futuro un presente migliore.
Le cause e gli effetti di questo mettersi al servizio sono tre:
1 – Concretezza
Mettendoci al servizio delle persone, ascoltandole smettendo per un momento di ascoltare noi stessi, capendo ciò che le angoscia, ciò che le opprime, potremo ritrovare quella concretezza che oggi abbiamo completamente dimenticato. La premura più grossa per chi fa politica deve essere quella di risolvere i problemi della gente, e per risolverli bisogna conoscerli, studiarli, toccarli con mano sporcandosi le mani (che vuol dire andare nelle scuole, nei call center, in mezzo al Seveso se abitate a nord di Milano). E per fare questo l’unico modo è stare dentro i circoli, che sono il nostro collegamento più profondo con l’Italia, con le persone, con i problemi e le inquietudini delle persone.
2 - Umiltà
Per fare politica e mettersi al servizio della comunità ci vuole umiltà, ci vuole che non ci si senta arrivati, ci vuole il rispetto per gli altri. Con umiltà si ascolta meglio chi è di fronte, non gli si parla sopra, non lo si mette in difficoltà, si cerca di comprenderlo. Con umiltà si ascolta chi ne sa un po’ di più e con umiltà si antepone la soluzione dei problemi alla propria ambizione personale. Con umiltà bisogna fare politica al mercato, fuori da scuola, in università, nei call center, e non solo dentro i circoli e dentro le istituzione, perché l’istituzione più grossa del nostro paese sono le persone che ci vivono. Con umiltà si fa politica parlando della buca per strada, della crepa nella scuola e non solo di massimi sistemi.
3 - Passione.
Chi si mette al servizio deve avere gli occhi che brillano per la passione, la passione che spinge a credere alla possibilità di un futuro migliore, in cui ci sarà la banda larga libera, i lavoratori tutelati, i giovani agevolati nell’uscire dalla casa dei genitori, gli immigrati trattati come persone e cittadini normali, la scuola come il motore del paese, l’ambiente come risorsa da rispettare, e via così.
Dopo vent’anni che una persona siede nello scranno del parlamento è anche normale che la passione si affievolisca, ed è bene che venga sostituita da un’altra con più slancio e voglia di cambiare le cose.
E’ con questa passione per il futuro che si fa la rivoluzione. E allora per andare davvero oltre serviranno persone che sappiano mettersi al servizio con passione, con umiltà, con concretezza. Come dice Stefano Boeri candidato sindaco alle primarie di Milano, è impegnandosi a cambiare tante piccole cose che si raggiungono i cambiamenti più grandi. Cambiamo Paese, restiamo in Italia.
P.s. Grazie a Claudio per le foto e a Claudio (lo stesso di prima) e Tiziana per avermi spinto a parlare e per avermi "accompagnato".
P.s. Grazie a Claudio per le foto e a Claudio (lo stesso di prima) e Tiziana per avermi spinto a parlare e per avermi "accompagnato".
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