venerdì 28 settembre 2012

DILATAZIONE DELLE DISTANZE

Ieri Stefano Catone ha pubblicato questo schemino sul suo blog, accompagnato da alcune interessanti osservazioni.
E mi si farà notare che quel cerchio lì è più vicino a Renzi che a Bersani, e questo è vero, se non fosse che l’ideologia dilata le distanze, e io di Marchionne non mi fido, ecco.
Forse non sarà perfetto, forse semplificherà le cose, ma rende bene l'idea e, credetemi, vale più di mille parole per raccontare un disagio che in molti stiamo vivendo nello scegliere con chi stare.

giovedì 27 settembre 2012

FINANZIAMENTO AI PARTITI

Condivido ogni parola scritta oggi da Gramellini:
La soluzione del rebus è davvero impossibile? Forse una chiave ci sarebbe. Sì al finanziamento pubblico, a patto che l’intero sistema dei partiti si sottoponga a una energica cura disintossicante (meno parlamentari nazionali e locali, meno rimborsi, nessun condannato per corruzione fra i candidati) e al controllo capillare di un ufficio composto da efferati ragionieri super partes, nominati a rotazione dal presidente della Repubblica. Se qualcuno avesse un’idea migliore la dica ora, o mugugni per sempre.
Qui il resto.

BOLLETTINO DI GUERRA/4

Continuo a pensare che o troviamo una soluzione a questo problema o questo Paese si andrà a schiantare. Non è possibile trattare giovani che hanno investito sulla propria formazione così. I dati che continuano ad arrivare sono sconfortanti. La riforma del Ministro Fornero non ha fatto abbastanza: ci sono troppi contratti e poche tutele. La proposta di Boeri poteva essere un buon punto di arrivo. Hanno preferito lasciare tutto così, questo è il prezzo che pagano sempre gli stessi.

CULTURA E PETROLIO

E' una cosa che dico da tempo. La cultura dovrebbe essere il core business, mentre invece, allo stato attuale delle cose, non c'è messa a sistema, non c'è digitalizzazione, non c'è una strategia per creare indotto, non c'è un investimento serio. C'è la politica che non è riuscita a stare al suo posto, ci sono professori universitari poco avvezzi all'innovazione e molto attenti alla propria cattedra impolverata, ci sono sovrintendenti scriteriati, ci sono tagli, ci sono giovani con contratti assurdi.
L'UE ci indica una strada. E' tempo che, finalmente, qualcuno la segua. 
Avere il 70% del patrimonio artistico mondiale e spendere lo 0,2% di PIL per mantenerlo è un delitto per cui questa classe politica deve dare spiegazioni.

lunedì 24 settembre 2012

DOCUSEVESO

Laura ha realizzato questo video che fa in modo chiaro il punto della situazione. Il progetto cui stanno lavorando è interessante e lo trovate qui: www.laforzadellafarina.it  Continuiamo a lavorare a fari spenti, in attesa che qualcuno batta un colpo e dia risposte concrete a questa situazione scandalosa.

IL SENSO DI TUTTO QUESTO

Non ho scelto io di fare politica. E' la politica che mi ha chiamato da quando ho cominciato ad avere l'età per farlo. Sono cresciuto a pane, telegiornali e grandi discussioni sui massimi sistemi. Dovrei ringraziare la mia famiglia credo, anche se non ne sono tanto sicuro, visto che quando la politica ti si attacca addosso prova a prendersi tutto, e c'è da faticare per salvaguardare una parte del proprio tempo libero e della vita privata.
Ma perché fare tutto questo?
Perché passare da riunione a riunione, da Consiglio di Zona ad assemblea pubblica, dalla lettura dei giornali a quella di saggi che migliorino la conoscenza della realtà che ci circonda?
Perché il mondo di oggi non mi piace. E' troppo a misura di portafoglio e troppo poco a misura d'uomo.
Ci sono troppi giovani a progetto, frustrati dall'aver speso tempo e risorse per conseguire un titolo di studio che ora vale più o meno come carta igienica, costretti ad espatriare o a fare lavori che minano certezze.
Ci sono troppi padri di famiglia senza lavoro o in cassa integrazione o in mobilità, per via di delocalizzazioni portate a termine in nome di un profitto che non conosce limite e chiusure di fabbriche e imprese strozzate dai debiti con le banche e dai crediti, saldati con un ritardo vergognoso, con lo Stato.
Ci sono ancora troppe donne costrette a firmare dimissioni in bianco nel caso decidano di fare la cosa più bella che c'è al mondo, mettere al mondo un figlio. Ci sono troppe donne costrette a scegliere fra famiglia e lavoro, perché ci sono poche strutture che possano sostenere questa scelta.
C'è uno Stato che pare non aver ancora capito che senza istruzione e ricerca non c'è futuro e che la cultura può essere un volano straordinario per la nostra economia, se solo mettessimo a sistema le reti già esistenti creando un indotto che garantirebbe migliaia di posti di lavoro.
Ci sono amministratori pubblici che si sono scordati, o non hanno mai saputo, che sono lì per tutelare il bene comune, non sé stessi e i loro portafogli e ci sono troppe barche attraccate ai nostri porti rispetto alle troppe persone che non hanno un tetto sotto il quale dormire e un piatto nel quale mangiare.
Ci sono troppi cattolici che credono che i precetti della propria religione debbano essere affermati per legge. E' legittimo, ma c'è anche un'altra via, che è quella della testimonianza e del garantire a tutti, credenti e non credenti, di utilizzare quel libero arbitrio che con grande fiducia ci è stato donato.
Ecco, se faccio politica è principalmente perché non mi piacciono le ingiustizie. E perché credo, forse nel mio essere un po' idealista, che si possa ancora cambiare in meglio il mondo in cui viviamo. E che questa speranza vada coltivata attraverso la politica, anche e soprattutto in questi momenti difficili, in cui le persone, giustamente, non hanno più rispetto per delle istituzioni che a loro volta non hanno avuto rispetto dei cittadini che avrebbero dovuto rappresentare.
Certo mancheranno delle cose, ma questo post lo tengo qui, come promemoria e come bussola. Per non perdere di vista il senso di tutto questo.

DISOCCUPAZIONE GIOVANILE

Un bell'articolo su Lavoce riguardo la disoccupazione giovanile, con alcuni dati interessanti.

giovedì 20 settembre 2012

UN PESSIMO MINISTRO DELL'ISTRUZIONE

La notizia delle lettera di Fioroni, firmata da trenta parlamentari, in cui di fatto chiedevano a Bersani di escludere Vendola dalle primarie, è la rappresentazione vivente di una politica logora, capace solo di guardare ad alleanze di palazzo, che grande spazio hanno sui giornali, molto più che le proposte per risollevare questa povera Italia dai guai in cui si è cacciata.
Io, fossi in Fioroni, mi vergognerei. Perché le uniche cose per cui verrà ricordato sono l'essere stato un pessimo ministro dell'istruzione e un grande manovratore.
Peccato non poterlo ricordare per provvedimenti seri.
Bene hanno fatto Bersani e Renzi a rispedire al mittente l'invito, poi ovviamente corretto in ottimo stile democristian berlusconiano. Se davvero l'onorevole volesse primarie serie avrebbe solo una cosa da fare: stare zitto e non ricandidarsi più in Parlamento. Di questa gente davvero non se ne può più. Di questa gente Pierluigi Bersani dovrebbe liberarsi per dare forza alla sua proposta politica. 

NON SOLO GLI ATLETI

Ne avevo parlato qualche tempo fa, durante le olimpiadi, nei giorni di fuoco del caso Alex Schwazer. Oggi Repubblica riprende l'argomento. I dirigenti dello sport italiano sono uomini e per lo più anziani.

martedì 18 settembre 2012

BORGO IN VILLA

Consiglio a tutti di partecipare a questa bella iniziativa patrocinata dal Consiglio di Zona 9.


lunedì 17 settembre 2012

RENZI E' DI DESTRA

Di tutto il dibattito possibile sulla partita delle primarie, contese fra Pigi e Matteo (mi perdoneranno gli altri candidati), mi pare che ci sia una parte di elettorato concentrata non tanto sui programmi, ma sul tiro al bersaglio contro il Sindaco di Firenze.
Anziché discutere di temi, di proposte per il Paese, ci si limita al "Renzi è di destra", "Se vince Renzi non lo sostengo", "Renzi pensa solo a sé stesso", "Renzi è come Berlusconi" ecc. ecc.
Io trovo invece che, legittimamente, all'interno del nostro partito si stiano scontrando due modi di essere di sinistra: c'è Bersani che rappresenta un modello di socialdemocrazia continental-europea e Renzi, che si rifà più alle esperienze dei democratici anglosassoni, in modo anche abbastanza esplicito, anche sul piano comunicativo (la nuova versione del sito richiama quello di Obama). 
Il PD ha perso l'ambizione di essere quello che invece dovrebbe essere nel suo dna: un partito che accoglie le differenze, che prova a far sintesi, che non ha paura di discutere.  
Ad oggi, l'interprete migliore di questa ambizione è stato proprio il Segretario Bersani. Peccato che chi gli giri intorno faccia fatica ad essere coerente: pronto a osannare Obama per poi il secondo dopo dire che no, Renzi è di destra. Misteri democratici.

giovedì 13 settembre 2012

ESONDAZIONE 12/9/2012 SEVESO

Interrogazione in Consiglio di Zona 9

All'assessore Marco Granelli
All'assessore Pierfrancesco Maran
  • Vista l'ennesima esondazione del Seveso in data 12/9
  • Visto il rimpallo di responsabilità a mezzo stampa fra Provincia e Comune
  • Visto che il cdz9 da tempo segue con interesse questo tema, esondano il torrente sul nostro territorio
Si chiede:
  • Di ricevere gli atti delle comunicazioni avvenute in data 12/9/2012 antecedenti e successive l'esondazione
  • Di ricevere i documenti ufficiali che accertino le responsabilità, se ve ne sono state, di uno o più attori preposti dal piano di emergenza ad attivare misure preventive volte ad evitare le esondazioni.

QUALCOSA NON HA FUNZIONATO

Ieri scrivevo su facebook che qualcosa non ha funzionato nelle procedure di emergenza legate alla esondazione del Seveso.
Riporto le dichiarazioni degli Assessori Granelli e Maran. Mi pare evidente dove siano le responsabilità. Mi pare altrettanto evidente che chi deve prendere delle decisioni rispetto alla risoluzione del problema non è interessato a farlo. Parlo della provincia e della regione, per intenderci.
In seguito alle forti precipitazioni di questo pomeriggio si è verificata intorno alle 15.40 un’esondazione del Seveso di lieve entità nella zona nord di Milano. Lo comunica palazzo Marino. "Già alle 14.20 il Pronto intervento del servizio idrico integrato di MM - spiega il Comune - aveva segnalato che a Palazzolo il livello delle acque del torrente stava aumentando, con un trend di incremento abbastanza repentino. Questo rendeva necessaria la chiusura preventiva delle paratie dello scolmatore di Palazzolo (Canale Scolmatore Nord Ovest), richiesta alla Provincia alle 14.25. Nello stesso momento il servizio idrico integrato di MM e la Protezione civile del Comune di Milano si sono attivate con le altre operazioni di sicurezza collegate. Alle 15.40 il Seveso è esondato, ma soltanto alle 16.30 la Provincia ha chiuso le paratie, avvisando nello stesso momento MM che per un guasto tecnico non era riuscita a farlo prima. Tale ritardo nella comunicazione del guasto tecnico ha impedito a Protezione civile del Comune di Milano e servizio idrico integrato di MM di attivare misure alternative per contenere la portata del fiume".
“È un fatto gravissimo che la Provincia non sia stata in grado né di intervenire né di comunicare il guasto tempestivamente”, hanno dichiarato gli assessori comunali alla Protezione civile Marco Granelli e all’Ambiente Pierfrancesco Maran. “Il sistema di monitoraggio e di allerta attivato dal Comune di Milano negli scorsi mesi ha sempre evitato le esondazioni. L’esondazione di oggi è con ogni evidenza da ricondurre proprio a una non tempestiva attivazione delle paratie e per questo chiederemo spiegazioni ed eventuali danni alla Provincia”.
“Il Comune di Milano ha messo a disposizione 30 milioni di euro per le vasche da costruire contro le esondazioni del Seveso e stiamo lavorando con Regione Lombardia perché i tempi siano i più rapidi possibili”, proseguono gli assessori Granelli e Maran. “Ci stiamo avvicinando, ormai, all’autunno ed è più che mai prioritario che tutti gli enti coinvolti facciano davvero la loro parte”.
E' ora, in questo Paese, che chi sbaglia paghi. Perché il Seveso esonda e fa danni. Costa pulire le strade e costa pulire le cantine. Vorremmo tutti conoscere i nomi e i cognomi delle persone che hanno impedito di evitare, ancora una volta, che questo torrente inondasse i nostri quartieri.

mercoledì 5 settembre 2012

IL PROBLEMA DI BERSANI

Si leggono in questi giorni diversi articoli che parlano di accordi fra i big del Pd: c'è chi andrà a fare il Ministro, chi a presiedere la Camera, chi spera di andare al Colle, chi di fare il vice premier.
Ecco, il problema di Bersani, che pure stimo, è che in questi anni non si è liberato dei Fioroni, D'Alema, Finocchiaro, Bindi, Veltroni ecc.
Questa allegra combriccola che si porta dietro e che verosimilmente, in caso di vittoria del Segretario alle primarie, otterrà poltrone e poltroncine, ci fa immaginare che in questo momento Bersani non sia in grado di garantire rinnovamento di idee, che camminano sempre sulle gambe delle persone. E mi sta bene discutere di terza via e socialdemocrazia, dialettica normale per un partito come il nostro, ma anche i nomi, in questo caso, diventano sostanza.
Ed il paradosso è che anche chi non condivide alcune delle parole dette da Renzi, o chi non ne condivide alcuna, come i "giovani turchi" di Rifare l'Italia, avrà più probabilità di essere protagonista e di dire la propria sul governo del Paese in caso di vittoria del Sindaco di Firenze, rispetto all'eventualità di una vittoria di Bersani, che comunque sarà costretto a rispondere ancora a logiche di un certo tipo, che relegheranno in posti secondari anche chi, in questi mesi, ha provato ad uscire dal cono d'ombra.
Perché qui lo scontro è su come rilanciare l'Italia, su come immaginiamo il futuro nostro e dei nostri figli.
E se a governare saranno Renzi e Fassina otterremo risultati migliori rispetto all'allegra compagnia che da vent'anni ha combinato più disastri che altro.
Spero di essere smentito dalle scelte di Bersani. Dubito che succederà.

P.s.
Nel frattempo Rosy Bindi scrive questo:
Ma chiedere che nessun ministro dei governi Prodi, D'Alema e Amato faccia parte del prossimo governo di centrosinistra equivale ad accreditare l'immagine di un Pd complice dei fallimenti dell'era berlusconiana. Come se i nostri governi fossero stati uguali a quelli del centrodestra, come se in questi ultimi vent'anni tutti fossimo responsabili alla pari del disastro provocato dai governi Berlusconi, Bossi e Tremonti.
Certo non sono stati uguali, certo le responsabilità sono diverse. Ma alcune colpe le hanno avute anche loro. Eccome. Per questo devono farsi da parte. Per questo la foto dei Ministri dovrà necessariamente essere diversa, molto, dalle precedenti. Perché un partito progressista che non progredisce nelle idee e nelle facce non serve a nessun cittadino.

martedì 4 settembre 2012

LE 12 CESTE DEL CARDINAL MARTINI

Passati i giorni del silenzio davanti al mistero della morte, di fronte al quale bisogna necessariamente fermarsi un momento, vorrei dire anche io due parole sul Cardinal Martini.
Forte è stata l'emozione nel corso della celebrazione dei funerali. Non sono stato uno di quei ragazzi che andava ad ascoltarlo alla scuola della parola, sono troppo giovane. Ho un ricordo sbiadito nel tempo, quando, nel corso di una Messa dell'ACR (azione cattolica ragazzi), consegnò a me e ad altri un'icona raffigurante il brano di Vangelo del miracolo dei pani e dei pesci, che in quell'anno ci avrebbe accompagnato e guidato.
Riguardando indietro, con lo sguardo di oggi, di un ragazzo che le parole del Cardinale è andato a cercarle avidamente nei suoi scritti, quel Vangelo aveva un che di profetico. Perché il Cardinale in questi anni ha saputo prendere per mano una diocesi, una città, un pezzo della sua Chiesa, lasciandoci 12 ceste piene di insegnamenti ancora da meditare, analizzare, sui quali soffermarsi a riflettere.
L'eredità che ci ha lasciato è immensa, ma se ciascuno di noi saprà farsene carico, forse riusciremo a far fruttare questo campo seminato così abbondantemente. Il lascito spirituale e teologico di Carlo Maria Martini  deve essere un punto di partenza, un trampolino di lancio che ci deve portare ad incarnare sempre più i valori del Concilio Vaticano II, di cui ricorre il cinquantesimo anniversario, sempre più dimenticati da una Chiesa in ritardo di 200 anni rispetto alla storia.
La posta in gioco è alta.
C'è una Chiesa che si richiude su sé stessa, convinta delle sue verità inoppugnabili ed una aperta al dialogo ecumenico ed interreligioso.
C'è una Chiesa arroccata sulle posizioni dell'etica e della bioetica ed una che cerca di rispettare anche chi, non avendo fede, o essendo in ricerca spirituale, compie scelte diverse da quelle ortodosse.
C'è una Chiesa che prova a sfidare la contemporaneità e una Chiesa che si allontana dalle sfide moderne, rifugiandosi in meccanismi e giustificazioni anacronistiche.
C'è una Chiesa che prova a trasmettere la gioia del credere, dell'amore per il prossimo, ed una che ha come principale obiettivo quello di far emergere dogmi, regole, negazioni, che pure sono importanti, ma non possono rappresentare l'interezza della fede.
C'è una Chiesa che con il Concilio Vaticano II ha abbracciato la storia ed una che prova a nascondere e abbandonare quella straordinaria prova delle presenza dello Spirito Santo fra noi.
C'è una Chiesa che abbraccia gay e divorziati, una che li emargina e li abbandona.
C'è una Chiesa che discute di sessualità con pudore e senza remore, ed una che la vive ancora con senso di colpa.
C'è una Chiesa che spera nell'abolizione del celibato dei preti, nell'istituzione del sacerdozio per le donne, ed una che sceglie la strada del Medioevo.
C'è una Chiesa che cerca con fatica di parlare a tutti i giovani, una che si tiene stretti quei pochi che ha, senza grandi aspirazioni, rinunciando alla sua missione evangelica.
C'è una Chiesa dei giochi di potere, dello Ior, di vicende in cui la verità è offuscata e una che chiede a gran voce trasparenza, semplicità, povertà.
C'è una Chiesa che ha paura di mettersi in discussione, di riaprire discussioni, di riaffrontare problemi e precetti, una che vede in questa sfida l'unica possibilità per riscoprire il senso ultimo del Vangelo.
Ecco. Il Cardinal Martini ha tracciato alcuni di questi sentieri, percorrendoli fin dove ha potuto e fin dove la sua grande conoscenza della Scrittura lo ha portato.
Non ci resta che proseguire il cammino che ha tracciato, prendendo in spalla le 12 ceste che ci ha lasciato, facendo nostro il suo motto: pro veritate adversa diligere.