Non la voglio buttare sempre in polemica rispetto all'anagrafica politica dei candidati, ma le primarie di Palermo lanciano un segnale inequivocabile.
Le persone vogliono facce nuove, infatti poi le votano, perché quelle che ci hanno accompagnato nel corso della seconda repubblica (e dalla prima, persino) sono logore, appaiono come conservatrici e sembrano (sono?) inadatte al governo dei tempi che stiamo vivendo.
Rita Borsellino ha 67 anni, è stata candidata a tutto quello cui si poteva candidare, ha perso, è stata riproposta, ha perso ancora.
Sicuramente i motivi di un risultato così sono tanti, ma questo argomento non è da sottovalutare.
Chiunque mi parli di politica chiede che ci sia un cambiamento.
Io sono convinto che questo cambiamento passi necessariamente dai partiti, se vuole essere democratico. Per questo serve che ci si metta d'impegno per rivoltarli come calzini, questi benedetti partiti.
Per questo, da ieri (ma anche dall'altro ieri), nel Pd, serve un congresso.
Servono facce nuove, serve premiare il merito, serve liberarsi di molti yes man legati ai giochini di potere, serve concentrarsi su una selezione seria di personale politico.
Serve riscrive le regole dello stare insieme, trasparenza, lotta alla corruzione, senso di responsabilità. Serve rinunciare al finanziamento pubblico ai partiti per riprendere credibilità.
Insomma, serve un congresso. Con grande stima per Bersani, con grande senso di responsabilità, con tanta voglia di prenderci quello che ci spetta: il nostro tempo, il nostro futuro.
Altrimenti, finirò a scrivere lo striscione di cui parlavo già qualche giorno fa.
Per ulteriori approfondimenti sulle primarie palermitane: qui e qui.
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