Il mio intervento per il comitato Stop Esonda Seveso, durante l'incontro della zona 9 con il candidato sindaco Giuliano Pisapia.
venerdì 18 marzo 2011
BASTA POCO
il Seveso continua a spaventare, e il comune non fa niente. Visitate il sito www.stopseveso.blogspot.com per vedere dove andare a firmare la petizione del comitato.
MEGLIO IL WAKA WAKA DELL'INNO (E DEL PROPRIO DOVERE)
Per chi avesse voglia di votare ancora la Moratti...
giovedì 17 marzo 2011
BUONGIORNO ALL'ITALIA
Purtroppo abbiamo parlato moltissimo dell'Italia che è stata, non di quella che potermmo costruire tutti insieme, al di là dei derby politici su mignotte e giudici.
C'è chi ci è morto per regalarci questo splendido paese, con montagne stupende al nord, e spiagge meravigliose al sud, con persone, ovunque, pronte a dannarsi l'anima per quell'altro che hanno davanti, pronti ad aprire le braccia per accoglierlo.
Avremmo potuto parlare dei nuovi italiani, quelli nati qui da genitori immigrati, impregnati nel bene e nel male d'Italia.
Avremmo potuto parlare di cultura, di come sfruttare le meraviglie di questo paese.
Avremmo potuto parlare di cosa significa essere italiani oggi, del made in Italy, di imprenditori che sfidano tutto e tutti e con coraggio portano avanti le nostre eccellenze.
Avremmo potuto parlare di che maestre meravigliose abbiamo, e di che scuola pubblica vorremmo per il futuro.
Avremmo potuto parlare dell'università, di come vorremmo che fosse l'avanguardia culturale di tutti e non solo di qualche barone.
Avremmo potuto parlare di famiglie coraggiose, perchè mettere al mondo un figlio oggi non è semplice e di omosessuali impegnati nel far venire alla luce del sole il loro amore.
Avremmo potuto parlare di un sacco di cose, abbiamo parlato della Lega, delle cose che ci dividono, ma tant'è, siamo fatti così.
Auguri Italia, soprattutto per i prossimi 150 anni.
C'è chi ci è morto per regalarci questo splendido paese, con montagne stupende al nord, e spiagge meravigliose al sud, con persone, ovunque, pronte a dannarsi l'anima per quell'altro che hanno davanti, pronti ad aprire le braccia per accoglierlo.
Avremmo potuto parlare dei nuovi italiani, quelli nati qui da genitori immigrati, impregnati nel bene e nel male d'Italia.
Avremmo potuto parlare di cultura, di come sfruttare le meraviglie di questo paese.
Avremmo potuto parlare di cosa significa essere italiani oggi, del made in Italy, di imprenditori che sfidano tutto e tutti e con coraggio portano avanti le nostre eccellenze.
Avremmo potuto parlare di che maestre meravigliose abbiamo, e di che scuola pubblica vorremmo per il futuro.
Avremmo potuto parlare dell'università, di come vorremmo che fosse l'avanguardia culturale di tutti e non solo di qualche barone.
Avremmo potuto parlare di famiglie coraggiose, perchè mettere al mondo un figlio oggi non è semplice e di omosessuali impegnati nel far venire alla luce del sole il loro amore.
Avremmo potuto parlare di un sacco di cose, abbiamo parlato della Lega, delle cose che ci dividono, ma tant'è, siamo fatti così.
Auguri Italia, soprattutto per i prossimi 150 anni.
mercoledì 16 marzo 2011
VIA PIANELL, 15, LA CASA FANTASMA
In via Pianell 15 c'è un casa molto carina senza soffitto senza cucina...
E' una casa del comune, 11 appartamenti, diroccata dal 1999, abbandonata a sè stessa. Beatrice Uguccioni, la presidente del cdz 9 ha provato a smuovere le acque, ma la burocrazia italiana e la mancanza di volontà politica del comune sono un muro insormontabile per chiunque.
E così ci troviamo un progetto di adeguamento che avrebbe dovuto terminare oggi, dei lavori che non sono mai inizaiti, e una struttura abbandonata a sè stessa.
E' una casa del comune, 11 appartamenti, diroccata dal 1999, abbandonata a sè stessa. Beatrice Uguccioni, la presidente del cdz 9 ha provato a smuovere le acque, ma la burocrazia italiana e la mancanza di volontà politica del comune sono un muro insormontabile per chiunque.
E così ci troviamo un progetto di adeguamento che avrebbe dovuto terminare oggi, dei lavori che non sono mai inizaiti, e una struttura abbandonata a sè stessa.
martedì 15 marzo 2011
(3) YES, WE CAN
La difficoltà del Partito Democratico di uscire fuori con delle proposte chiare è sotto il naso di tutti.
Ora abbiamo un'opportunità che proprio non è possibile sprecare: i 3 referendum.
Acqua pubblica, no al nucleare, no al legittimo impedimento: costretti dalla semplicità di un sì o di un no, inchiodati a doversi esprimere attraverso un cenno della testa, abbiamo l'enorme possibilità di farci capire, di urlare all'Italia che le proposte ce le abbiamo, qualche ideuzza per il futuro del paese c'è, che non siamo divisi.
Perché l'acqua è un bene di tutti, e non ci si può fare i soldi sopra, peggiorando il servizio e aumentando le bollette.
Il nucleare in un paese per metà a rischio alluvioni e per l'altra metà a rischio sismico non va bene, forse sarebbe meglio puntare sul sole e sul vento.
La giustizia così non va bene, ma non si può approcciare la situazione con il maxi conflitto di interessi del premier. Parliamo di informatizzazione e di risorse per le procure, parliamo anche di divisione delle carriere senza paura.
E' il nostro momento, il momento di attaccare e non di difenderci, di correre in avanti e non di rincorrere B.
3 Sì, per il futuro del paese, per il futuro del Pd, per il futuro di ciascuno di noi. Yes, we can.
lunedì 14 marzo 2011
DONNE, DUDUDU
Si poteva parlare di questo alla manifestazione del 13 Febbraio se non ora quando, in difesa dei diritti delle donne, piuttosto che di B.
Perché la politica non è B., la politica si fa per le persone, non contro.
venerdì 11 marzo 2011
E ALLA FINE I GIOVANI SI RUPPERO LE SCATOLE
Il 9 Aprile i giovani in piazza, per un buono motivo, semplice: il nostro tempo è adesso!
giovedì 10 marzo 2011
MULINI A VENTO
Elia parla del mulino che vorrebbe, la metafora forse a Pigi piacerebbe, l'analisi politica un po' meno...
OLTRE BERSANI (& CO.), LA CREDIBILITA'
Su Europa un'attenta analisi politica della nuova campagna di Pigi; ed è quello che dico io da qualche tempo: possono dire quello che vogliono, anche cose su cui posso essere d'accordo con campagne supermegafighe, ma poi c'è un neo immenso, un unico grande difetto: non sono CREDIBILI perché sono lì chi da 10, chi da 15, chi da 20, chi da 25 anni.
E in 25 anni, se non sei riuscito a farlo immaginare questo fatifico oltre, hai fallito politicamente. Ed allora, la cosa migliore che puoi fare, è lasciare la palla a chi, sicuramente, di quell'oltre, di quel futuro, ha bisogno come del pane, perché riguarda la sua vita.
Qui trovate il resto dell'articolo.
«Oltre» è certo futuro. E l’idea di futuro – anche se abusata negli ultimi anni – non può mancare in una campagna politica. Il futuro insieme alla speranza di miglioramento e al beneficio tangibile o intangibile sono gli ingredienti essenziali di un messaggio convincente, come il sale nelle torte.
«Oltre Arcore c’è la Costituzione». Ma Arcore è quasi ieri e la Costituzione è certamente ieri. E poi si torna a Napoli: da un lato Bersani si presenta come il paladino della “legge delle leggi” e dall’altro non è in grado di tener testa alle proprie regole interne. Certo, pochi seguono con attenzione le vicende della politica ma questa ha creato rumore di fondo, ha reso tutto meno credibile. Si potrebbe andare «oltre» solo parlando d’altro, con una immagine non scontata come la foto del leader e facendo emergere finalmente le tre o quattro idee su «‘sto paese qui».
SIAMO STUFI
Il mio intervento ieri sera, all'auditorium Ca' Granda, dove i cittadini e le associazioni della zona 9 hanno incontrato Giuliano Pisapia:
Siamo stufi. Siamo stufi di allagamenti annunciati, stufi di incompetenza politica, stufi di cantine inondate dal fango, stufi di crepe nei negozi, stufi di macchine da portare dal meccanico, stufi di oggetti da buttare.
È da quarant’anni che i cittadini della zona 9 sono costretti a fare i conti con il Seveso, un torrente, non un fiume, un torrente, che, sempre più spesso, esonda allagando completamente strade, case, negozi, cantine, causando gravi danni sia alle proprietà pubbliche che, soprattutto, ai cittadini normali, come me, come voi.
Tutti noi abbiamo ancora negli occhi l’esondazione di Settembre, che ha causato 30 milioni di danni alla metro 3 e ai cantieri della metro 5, ha aperto una voragine in viale Fulvio Testi,che solo la fortuna ha evitato che si ingoiasse il metro tram della linea 7 e della linea 31, ma soprattutto ha danneggiato per migliaia e migliaia di euro le nostre case, le nostre auto, i nostri negozi.
Ci prendono in giro le amministrazioni di destra che governano la città, la provincia e la regione. Abbiamo assistito a squallidi rimpalli delle responsabilità e a reciproci scambi di accuse fra Letizia Moratti, il suo assessore Simini, Podestà e Formigoni. Ci hanno promesso di risolvere la questione, di fare partire gli appalti, di studiare la situazione, ma continuano a passare i mesi senza che si veda all’orizzonte uno straccio di soluzione. Non sono nemmeno state pulite le cantine delle case popolari, lasciando che si creasse una situazione pericolosa sia dal punto di vista ambientale che da quello sanitario.
Siamo stufi, ma non ci diamo per sconfitti, anzi. Grazie alla forza di persone meravigliose, provenienti dai partiti come dalla società civile, abbiamo deciso di costituire il Comitato Stop Esonda Seveso, per tenere alta l’attenzione sul problema, per tenere uniti i cittadini, per fare insieme una class action per avere forme risarcitorie ai privati cittadini,commercianti e artigiani, per spingere le istituzioni a prendersi le proprie responsabilità risolvendo definitivamente questa annosa questione.
Ora, la domanda che si sono fatti tutti è semplice: come è possibile che in una città come Milano si verifichi con costanza una situazione come questa? È presto detto:
- Da troppo tempo le politiche del Comune, della Provincia, della Regione non tengono conto delle necessità dell’ambiente. La cementificazione di aree, a monte come a valle, la tombinatura, le costruzioni adiacenti all’alveo del Seveso, hanno costretto il fiume in spazi che non gli bastano.
- Il canale scolmatore, dove scorrono le acque di piena del torrente Seveso, da Palazzolo ad Abbiategrasso ha una portata di 30 mc/s, le piene del Seveso arrivano ad avere una portata di 60-90 mc/s a volte anche oltre.
- Non c’è un coordinamento fra chi deve intervenire quando scatta l’emergenza, non c’è un piano coordinato dalla protezione civile che permetta di intervenire con tempestività ed efficienza, evitando che le macchine continuino a circolare o che le paratie lungo il corso del torrente, che regolano il deflusso, vengano azionate con tempestività. Non vengono effettuati gli interventi di manutenzione ordinaria come la pulizia del tratto tombinato che attraversa la città capoluogo.
L’unica istituzione che ha da subito affiancato i cittadini in questa lotta è stato il consiglio di zona 9, non a caso l’unico a Milano guidato dalle forze di sinistra. I consiglieri di zona e la presidente Uguccioni, ancora prima della grande esondazione di Settembre, avevano chiesto ai tecnici di monitorare i cantieri della metro 5, e passata la marea di fango hanno immediatamente affiancato il comitato nella richiesta di risarcimenti. Il consiglio di zona ha promosso svariati incontri, ai quali ho partecipato, nei quali ogni volta tecnici e politici non hanno fatto altro che ricordare la storia di questa tragedia politica che viviamo sulla nostra pelle da 40 anni, promettendo soluzioni assurde, come la costruzione del canale scolmatore di nord-est, che andrebbe a gravare e ad aggravare la situazione del Lambro Settentrionale che come tutti sapete vive una situazione simile al Seveso (cioè esonda già per conto suo).
E’ per questo motivo che il nostro Comitato ti chiede di inserire nel programma e nelle azioni della tua amministrazione l’attenzione che questa situazione deve avere. Chiediamo che si trovino soluzioni sia temporanee,che strategiche e strutturali e si avviino con tempestività i bandi di gara e le gare di appalto affinché si recuperino i ritardi sin qui accumulati e si risolva il problema definitivamente. Chiediamo l’attenzione che questa zona di Milano merita, chiediamo di non finire 10 volte l’anno sommersi dal fango. Chiediamo che il Seveso divenga priorità per la città di Expo 2015.
Noi continueremo la nostra battaglia, nei prossimi giorni saremo nei mercati per far firmare la petizione che trovate sul nostro sito www.stopseveso.blogspot.com, consapevoli, siamo sicuri, che Giuliano Pisapia insieme alle forze politiche che lo sostengono, da domani saranno ancora più vicine a questa battaglia contro la politica dell’indifferenza e dell’ incompetenza del centrodestra.
Siamo stufi. Siamo stufi di allagamenti annunciati, stufi di incompetenza politica, stufi di cantine inondate dal fango, stufi di crepe nei negozi, stufi di macchine da portare dal meccanico, stufi di oggetti da buttare.
È da quarant’anni che i cittadini della zona 9 sono costretti a fare i conti con il Seveso, un torrente, non un fiume, un torrente, che, sempre più spesso, esonda allagando completamente strade, case, negozi, cantine, causando gravi danni sia alle proprietà pubbliche che, soprattutto, ai cittadini normali, come me, come voi.
Tutti noi abbiamo ancora negli occhi l’esondazione di Settembre, che ha causato 30 milioni di danni alla metro 3 e ai cantieri della metro 5, ha aperto una voragine in viale Fulvio Testi,che solo la fortuna ha evitato che si ingoiasse il metro tram della linea 7 e della linea 31, ma soprattutto ha danneggiato per migliaia e migliaia di euro le nostre case, le nostre auto, i nostri negozi.
Ci prendono in giro le amministrazioni di destra che governano la città, la provincia e la regione. Abbiamo assistito a squallidi rimpalli delle responsabilità e a reciproci scambi di accuse fra Letizia Moratti, il suo assessore Simini, Podestà e Formigoni. Ci hanno promesso di risolvere la questione, di fare partire gli appalti, di studiare la situazione, ma continuano a passare i mesi senza che si veda all’orizzonte uno straccio di soluzione. Non sono nemmeno state pulite le cantine delle case popolari, lasciando che si creasse una situazione pericolosa sia dal punto di vista ambientale che da quello sanitario.
Siamo stufi, ma non ci diamo per sconfitti, anzi. Grazie alla forza di persone meravigliose, provenienti dai partiti come dalla società civile, abbiamo deciso di costituire il Comitato Stop Esonda Seveso, per tenere alta l’attenzione sul problema, per tenere uniti i cittadini, per fare insieme una class action per avere forme risarcitorie ai privati cittadini,commercianti e artigiani, per spingere le istituzioni a prendersi le proprie responsabilità risolvendo definitivamente questa annosa questione.
Ora, la domanda che si sono fatti tutti è semplice: come è possibile che in una città come Milano si verifichi con costanza una situazione come questa? È presto detto:
- Da troppo tempo le politiche del Comune, della Provincia, della Regione non tengono conto delle necessità dell’ambiente. La cementificazione di aree, a monte come a valle, la tombinatura, le costruzioni adiacenti all’alveo del Seveso, hanno costretto il fiume in spazi che non gli bastano.
- Il canale scolmatore, dove scorrono le acque di piena del torrente Seveso, da Palazzolo ad Abbiategrasso ha una portata di 30 mc/s, le piene del Seveso arrivano ad avere una portata di 60-90 mc/s a volte anche oltre.
- Non c’è un coordinamento fra chi deve intervenire quando scatta l’emergenza, non c’è un piano coordinato dalla protezione civile che permetta di intervenire con tempestività ed efficienza, evitando che le macchine continuino a circolare o che le paratie lungo il corso del torrente, che regolano il deflusso, vengano azionate con tempestività. Non vengono effettuati gli interventi di manutenzione ordinaria come la pulizia del tratto tombinato che attraversa la città capoluogo.
L’unica istituzione che ha da subito affiancato i cittadini in questa lotta è stato il consiglio di zona 9, non a caso l’unico a Milano guidato dalle forze di sinistra. I consiglieri di zona e la presidente Uguccioni, ancora prima della grande esondazione di Settembre, avevano chiesto ai tecnici di monitorare i cantieri della metro 5, e passata la marea di fango hanno immediatamente affiancato il comitato nella richiesta di risarcimenti. Il consiglio di zona ha promosso svariati incontri, ai quali ho partecipato, nei quali ogni volta tecnici e politici non hanno fatto altro che ricordare la storia di questa tragedia politica che viviamo sulla nostra pelle da 40 anni, promettendo soluzioni assurde, come la costruzione del canale scolmatore di nord-est, che andrebbe a gravare e ad aggravare la situazione del Lambro Settentrionale che come tutti sapete vive una situazione simile al Seveso (cioè esonda già per conto suo).
E’ per questo motivo che il nostro Comitato ti chiede di inserire nel programma e nelle azioni della tua amministrazione l’attenzione che questa situazione deve avere. Chiediamo che si trovino soluzioni sia temporanee,che strategiche e strutturali e si avviino con tempestività i bandi di gara e le gare di appalto affinché si recuperino i ritardi sin qui accumulati e si risolva il problema definitivamente. Chiediamo l’attenzione che questa zona di Milano merita, chiediamo di non finire 10 volte l’anno sommersi dal fango. Chiediamo che il Seveso divenga priorità per la città di Expo 2015.
Noi continueremo la nostra battaglia, nei prossimi giorni saremo nei mercati per far firmare la petizione che trovate sul nostro sito www.stopseveso.blogspot.com, consapevoli, siamo sicuri, che Giuliano Pisapia insieme alle forze politiche che lo sostengono, da domani saranno ancora più vicine a questa battaglia contro la politica dell’indifferenza e dell’ incompetenza del centrodestra.
mercoledì 9 marzo 2011
L'OBBEDIENZA CIVILE
Pippo, sulla stampa di oggi:
La querelle sul 17 marzo è la migliore testimonianza di un paese dimentico del passato e incapace di pensare il futuro. La politica italiana ha tenuto un profilo sempre più basso, in queste settimane, tra chi sosteneva inverosimilmente – che la crescita del 2011 dipendesse dal giorno in più o in meno di festa e chi – a volte con altrettanta leggerezza – ricordava (prima di tutto a se stesso) l’importanza della celebrazione della festa comandata.Il 17 marzo va celebrato, certo, ma la giornata di festa avrà senso solo se sarà una giornata dedicata ai cittadini italiani, alle loro istituzioni, al loro desiderio di ritrovarsi in un Paese finalmente orgoglioso di se stesso. Una giornata dedicata non tanto ai 150 anni precedenti, quanto ai prossimi, quelli che ci attendono.Il civismo, allora, deve essere protagonista. Non la spinta ad indignarsi, per la quale siamo perennemente mobilitati, a sinistra ma anche a destra, ogni giorno dell’anno. Nessuno escluso.La vera novità è l’obbedienza civile: in un paese di disobbedienti cronici, di scalcinati secessionisti, di furbetti e anche, purtroppo, di mafiosi… L’Italia è uno straordinario contenitore di occasioni e potenzialità che ancora aspettano di essere interpretate e rappresentate: se si rompe il contenitore, andranno definitivamente disperse.Il giorno della rivoluzione civica è proprio quel 17 marzo che celebra il 150° anniversario di un Paese, che ha 150 anni, appunto, ma non sembra ‘sentirli’.L’appuntamento va celebrato con mille azioni da segnalare e da condividere, da mettere in pratica nelle città e nelle province italiane. A cominciare dalla richiesta di uno scontrino che non si rilascia mai, dalla visita a un museo dimenticato, fino al taglio di uno spreco, alla denuncia di una situazione di degrado, alla regolarizzazione di alcune situazioni di precariato che forse potrebbero essere sanate, pensando alla patria e ai suoi figli, soprattutto.Mille azioni per dire cosa c’è di buono, cosa si può cambiare, quale può essere l’impegno di ciascuno. Mille e ancora mille, perché di questa Italia, che si divide anche su un giovedì di marzo, non sappiamo proprio cosa farcene.«Porgi aiuto alla legge», si diceva qualche tempo fa, in Italia. Non 150 anni, ma 2500. Tornare a quel momento, per un giorno e per gli anni a venire, potrebbe essere decisivo.
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