La legge, con qualche scricchiolio di troppo, è sopravvissuta al risiko della Camera, anche se ora la attende il Senato dove, se possibile, le cose saranno ancora più complicate.
In molti la criticano.
Il peccato originale, ovviamente, è quello di aver portato avanti la riforma grazie ad un patto con Berlusconi e Forza Italia.
Io credo che sia un discorso incoerente.
Primo perché le riforme istituzionali devono essere fatte con maggioranze più ampie possibili, proprio perché riguardano le regole del gioco, che, io credo, non possono essere modificate solo da chi è in vantaggio in quel momento.
Secondo perché, purtroppo, non c'era una maggioranza alternativa, vista la repulsione del M5S per qualsiasi tipo di confronto/accordo.
L'altro tema è quello legato alle preferenze.
Per quanto mi riguarda non sono contrario. Il mio partito, il PD, è sempre stato invece molto cauto sul tema, proponendo collegi uninominali.
La soluzione trovata, frutto della mediazione fra tutte le forze politiche, non credo sia così problematica: collegi con liste corte (da 5 o 6 nomi) consentono la conoscibilità dei candidati. Ovviamente non penso sia una soluzione incostituzionale.
Ricordo che il PD per eleggere i propri parlamentari con il Porcellum ha fatto le primarie per i parlamentari che, perfezionate, possono essere ancora uno strumento utilizzabile.
Magari eliminando la percentuale di paracadutati dall'alto.
E poi ancora, al centro del dibattito, il tema della rappresentanza femminile.
Io non credo e non ho mai creduto allo strumento delle quote rosa. Penso siano controproducenti.
Detto questo, lo spettacolo andato in scena alla Camera, ancora una volta grazie al voto segreto, è stato desolante. Così come desolante è stata la scelta di non esprimere una posizione come PD. La chiarezza deve venire prima di tutto. Se la necessità era quella di bocciare le quote rosa per salvaguardare il patto bisognava avere il coraggio per dirlo.
Spero che al Senato si creino gli spazi per correggere questa situazione, così come quella delle percentuali, oggettivamente troppo alte, legate alle soglie di sbarramento, così da salvaguardare il principio di rappresentanza che non può diventare però, come spesso accaduto in Italia, ago della bilancia per il destino del Paese.
In ogni caso credo che con questa legge, finalmente, ci sarà una maggiore governabilità ed una maggiore chiarezza.
Insomma, per come sono andate le cose, credo che si potesse fare leggermente meglio di così, ma nel complesso l'operazione è riuscita e la legge elettorale è migliorata.
In molti la criticano.
Il peccato originale, ovviamente, è quello di aver portato avanti la riforma grazie ad un patto con Berlusconi e Forza Italia.
Io credo che sia un discorso incoerente.
Primo perché le riforme istituzionali devono essere fatte con maggioranze più ampie possibili, proprio perché riguardano le regole del gioco, che, io credo, non possono essere modificate solo da chi è in vantaggio in quel momento.
Secondo perché, purtroppo, non c'era una maggioranza alternativa, vista la repulsione del M5S per qualsiasi tipo di confronto/accordo.
L'altro tema è quello legato alle preferenze.
Per quanto mi riguarda non sono contrario. Il mio partito, il PD, è sempre stato invece molto cauto sul tema, proponendo collegi uninominali.
La soluzione trovata, frutto della mediazione fra tutte le forze politiche, non credo sia così problematica: collegi con liste corte (da 5 o 6 nomi) consentono la conoscibilità dei candidati. Ovviamente non penso sia una soluzione incostituzionale.
Ricordo che il PD per eleggere i propri parlamentari con il Porcellum ha fatto le primarie per i parlamentari che, perfezionate, possono essere ancora uno strumento utilizzabile.
Magari eliminando la percentuale di paracadutati dall'alto.
E poi ancora, al centro del dibattito, il tema della rappresentanza femminile.
Io non credo e non ho mai creduto allo strumento delle quote rosa. Penso siano controproducenti.
Detto questo, lo spettacolo andato in scena alla Camera, ancora una volta grazie al voto segreto, è stato desolante. Così come desolante è stata la scelta di non esprimere una posizione come PD. La chiarezza deve venire prima di tutto. Se la necessità era quella di bocciare le quote rosa per salvaguardare il patto bisognava avere il coraggio per dirlo.
Spero che al Senato si creino gli spazi per correggere questa situazione, così come quella delle percentuali, oggettivamente troppo alte, legate alle soglie di sbarramento, così da salvaguardare il principio di rappresentanza che non può diventare però, come spesso accaduto in Italia, ago della bilancia per il destino del Paese.
In ogni caso credo che con questa legge, finalmente, ci sarà una maggiore governabilità ed una maggiore chiarezza.
Insomma, per come sono andate le cose, credo che si potesse fare leggermente meglio di così, ma nel complesso l'operazione è riuscita e la legge elettorale è migliorata.
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