Grazie a Marco che riporta queste parole, che fanno un po' di chiarezza sulla vicenda di queste ore:
La crescente capacità terapeutica della medicina consente di protrarre la vita pure in condizioni un tempo impensabili. Senz'altro il progresso medico è assai positivo. Ma nello stesso tempo le nuove tecnologie che permettono interventi sempre più efficaci sul corpo umano richiedono un supplemento di saggezza per non prolungare i trattamenti quando ormai non giovano più alla persona.È di grandissima importanza in questo contesto distinguere tra eutanasia e astensione dall'accanimento terapeutico, due termini spesso confusi. La prima si riferisce a un gesto che intende abbreviare la vita, causando positivamente la morte; la seconda consiste nella «rinuncia ... all'utilizzo di procedure mediche sproporzionate e senza ragionevole speranza di esito positivo». Evitando l'accanimento terapeutico «non si vuole ... procurare la morte: si accetta di non poterla impedire» assumendo così ilimiti propri della condizione umana mortale.
Card. Carlo Maria Martini (gennaio 2007)Ecco, mentre una persona sta morendo eviterei di sfruttare la sua situazione e le sue scelte per un dibattito politico che, francamente, così diventa un po' povero e stucchevole. Possiamo fare tutti di meglio. C'è un prima e un poi. Questo, forse, è il momento del rispetto e del silenzio.
Per parlare di testamento biologico e eutanasia avremo modo e tempo. Ora, se come scrivete tutti stimate e apprezzate Carlo Maria Martini, forse è il caso di fermarsi un attimo.
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