Ieri ho scritto una frase in un post che mi è girata nella testa per tutto il giorno.
Abbiamo davanti a noi due possibilità: puntare a vincere le elezioni o mirare a convincere gli elettori.
Puntando esclusivamente a vincere le elezioni, con alchimie strane e conti a tavolino, rischiamo di perderle le elezioni o, al massimo, di pareggiarle, come nel 2006.
Se proviamo a cambiare punto di vista, se proviamo a capire per un attimo agli elettori e le loro esigenze, ci troveremo costretti a dover fare proposte radicali, evidentemente diverse da quelle che si farebbero pensando a percentuali e zero virgola di qualche partito, ma anche di qualche componente sovrastimata del nostro stesso partito.
Lo vediamo in Francia, ne parlavo ieri proprio nel post in cui questo ragionamento è cominciato, l'unica possibilità di uscire dalla crisi è rivoltare questo Paese come un calzino. Per farlo non si possono fare mediazioni. Servono proposte incisive.
Stati Uniti d'Europa. Contratto unico e abbassamento della spesa militare per finanziare la ricerca. Beni comuni e diritti. Scuola pubblica e stop al consumo del suolo. Innovazione e green economy. Riforma degli ordini professionali e patrimoniale. Riforma del fisco e della politica.
Solo cominciando a dire queste cose convinceremo gli elettori, magari facendoci votare da chi non lo ha fatto fino ad ora. Era questo il compito del Pd nel 2007, quando è nato. Era per questo che in tanti si erano avvicinati e iscritti ai nostri circoli. Solo raccontando una società diversa potremo avere la forza necessaria per essere riconosciuti e riconoscibili. Solo così la politica può tornare a svolgere il suo compito, riavvicinandosi alla cosiddetta società civile. Solo così potremo governare questo Paese. Solo così potremo avere la forza, poi, eventualmente, di discutere in Parlamento con altre forze politiche.
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