lunedì 17 ottobre 2011

DICIAMOLO

Ma vogliamo dire che vogliamo una redistribuzione della ricchezza per ottenere maggiore giustizia sociale?
Ma vogliamo dire che bisogna tassare i grandi patrimoni immobiliari e far pagare alle banche parte della crisi facendo pagare le transazioni finanziarie?
Ma vogliamo dire che ci sono molti imprenditori che muoiono di fame, così come ci sono tanti lavoratori che muoiono di fame?
Ma vogliamo dire che la situazione dei giovani è intollerabile e che sarà la prima cosa di cui ci occuperemo al governo, perché risolvendo i problemi dei giovani si risolvono la maggior parte dei problemi del Paese?
Ma vogliamo smettere di parlare di cose astratte, di alleanze e congressi, dividendoci sui massimi sistemi, e di cominciare a prospettare azioni concrete unendoci sulle cose da fare?
Ma vogliamo dire che la trasparenza e l'azzeramento dei privilegi dei politici è un'altra delle cose che faremo se andremo a governare il paese?
Ma vogliamo dire che la banda larga è una risorsa ancor prima di essere una necessità per questo paese e che la rete è una straordinaria possibilità per una democrazia rappresentativa?
Ma vogliamo dire che la terza cosa che faremo sarà occuparci della scuola, dell'università e della ricerca?
Ma vogliamo dire che vogliamo rigirare questo paese come un calzino?
Ma vogliamo fare una grande campagna pubblicitaria su 5 cose?
Se non lo facciamo ora, sarà troppo tardi.
Se non ci facciamo carico ora, pur con tutte le distanze e difficoltà, del grido di dolore di chi è stufo, avremo screditato il ruolo della politica, soprattutto quello della politica riformista: dare speranza costruendo le basi per un futuro migliore, più giusto, più uguale.

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