Mi è capitato di recente di parlare con alcuni miei amici di fine vita e testamento biologico.
Io penso che da cattolici si debba avere innanzitutto rispetto per la sofferenza degli altri, per l'uomo, prima di pensare ai precetti della religione, che ci dice che la nostra vita è un dono, e come tale va trattata.
Non tutti però sono cattolici, non tutti la pensano così, ed allora io credo che in uno stato laico si debba dare la possibilità di scegliere: a chi non ritiene che la sofferenza sia un dono, chi non pensa che la vita sia di qualcun altro, deve poter esprimere le proprie volontà, perchè posso anche capire che per qualche uomo, o per qualche donna, essere paralizzati in un letto muovendo solo gli occhi possa non essere considerato vita.
Una buona occasione per riflettere su questi temi ci sarà SABATO 16 GENNAIO, alle 21, al teatro dei Filodrammatici: è un happening teatrale, scritto per riflettede attraverso l'arte proprio sul fine vita. L'hanno intitolato LE RAGIONI DEL CUORE, e consiglio caldamente di andarci!
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