martedì 11 gennaio 2011

IL MIO FUTURO

E' uscito un bell'articolo sull'Unità oggi, dopo l'aggressione subìta da Mario Adinolfi, direttore del The Daily week, sulla solitudine dei "giovani" del nostro partito, bravi, ma rei di essere fuori dai sistemi di potere (detti anche correnti) che sono il vero cancro del partito democratico.
Per me la politica, come ho detto a Firenze, rimane un mettersi al servizio: c'è chi è bravo a farlo, curando il rapporto con i suoi elettori (Renzi è il sindaco più amato di Italia, anche dopo la giornata campale della nevicata), creando iniziative aperte per tutti (come l'incontro che si terrà prima della direzione nazionale il 12, per capire cosa dire poi il giorno dopo), ponendo la questione del ruolo dei giovani (che poi non sono giovani, perchè hanno 40 anni) e del loro futuro come priorità della famosa agenda politica (che è un po' la mission del giornale di Adinolfi).
Chi è stato protagonista di sconfitte, o di vittorie create con ammucchiate pornografiche dal punto di vista politco, dovrebbe farsi da parte, perchè è evidente che non ha le capacità, nè l'apprezzamento da parte degli elettori, per mettersi al servizio.
Chi crea divisioni, indice riunioni al chiuso, segrete, piene di tatticismi politici e vuote dal punto di vista dei contenuti, non fa il bene della collettività, perciò non è in grado di mettersi al servizio.
Chi non riesce a comprendere le problematiche legate alla società (che ne so, per esempio che non avrò mai la pensione), e continua a inseguire politiche più adatte agli anni '70 che agli anni 2010, non può mettersi al servizio.
Ecco, non succederà, ma sarebbe il caso di valorizzare, e non di isolare, chi ha un unico scopo: mettersi al servizio di questo paese, di una generazione, per riportare l'Italia ai livelli di decenza che le competono, sul piano della competitività economica, sociale, culturale, ma soprattutto ridando speranza a chi, per colpa dei soliti, l'ha persa, forse per sempre. Tirerò spallate politiche finchè questo non succederà, a me piace vincere, a qualcuno no, perchè io, al mio futuro, ci tengo.

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