Rieccoci qui. Giusto ieri leggevo la lettera di Renzi, che con il suo modo un po' provocatorio sosteneva che bisogna mandare a casa tutti i dirigenti del Pd, e a chi mi diceva che non si può essere così disfattisti rispondevo che no, non è più il tempo dei personalismi, delle tattiche, delle correnti, è il tempo della rivoluzione democratica, della discussione sulle cose, sulla scuola, sulla sanità, sul federalismo (quello che unisce, non quello che divide), sulla giustizia, sul lavoro e sul precariato, sulla politica che deve uscire dalle nomine di tutti gli enti, entini ed entoni, sulla politica estera (non commenterò la visita di Gheddafi in Italia perchè penso, e spero, che si commenti da sè, sottolineo solo che il DITTATORE libico sta comprando l'Italia, dato che è il quinto azionista alla borsa di Milano, ed è in affari con B., per gli italiani che non arrivano a fine mese non vedo il vantaggio).
Questi dirigenti non sono in grado di vincere, se non con allenaze, basate su cosa? Perchè il Pd al momento non ha programmi che poi possono essere discussi con gli avversari. Prima del nuovo Ulivo, serve un nuovo Pd, e per un nuovo Pd servono nuovi dirigenti, e perche ci siano nuovi dirigenti se ne devono andare (come succede in tutto il resto d'Europa) quelli vecchi.
Ieri dicevo queste cose ed oggi Pippo Civati le dice uguali, forse scritte meglio e forse pensate in quel viaggio attraverso l'Italia che ha voluto fare, raccontandocelo giorno per giorno su l'Unità.
A proposito di Unità, firmate la campagna lanciata dalla direttrice Concita De Gregorio sulle pagine del giornale, per utilizzare le primarie nella scelta dei parlamentari, nel caso questa sciagurata legge dovesse rimanere. Sarebbe un bell'esercizio di democrazia.
Possiamo cominciare da lì il cambiamento...Bersani permetendo.
Nessun commento:
Posta un commento