Sono passati all'incirca sei mesi dalla vittoria alle elezioni.
Vorrei fare una primissima riflessione: i puri, gli idealisti, quelli che non si vogliono sporcare le mani, quelli di cui è piena la sinistra, in ogni partito, non aiutano molto.
Sono alla prima, vera, esperienza di governo del territorio e la cosa che ho capito è che se non ti misuri con la realtà in cui stai, scendendo a compromessi, non vai lontano.
Ebbene sì, compromessi.
Perché quando governi lo fai per tutti i cittadini: i Ron sono un problema, i parcheggi anche, per non parlare della carenza di soldi e le trasformazioni necessarie alla città.
Con "i rom sono nostri amici" e "facciamo solo parchi" non si va molto lontano.
Milano è una città complessa, bisogna quotidianamente mediare fra i propri ideali e la realtà con cui ci si scontra.
Questo, badate bene, non significa che le cose dette non si fanno, ma che è necessario costruirle ed inserirle in un sistema intricato.
Allora chiederei che tutti, compresi i cittadini che mi/ci hanno votato, si assumano la responsabilità di questo cambiamento.
Criticare è sano, giusto e corretto, ma bisogna far sì che la critica sia mirata e costruttiva.
A chi è eletto va il compito di agire, trasformando laddove può il territorio, e anche di informare sulla situazione in cui lavora.
Perché se la scorsa giunta ha già utilizzato tutti gli oneri di urbanizzazione per sanare il bilancio è un problema; se non ci sono soldi, garantire la sicurezza nelle aree verdi è un problema; se ci sono contratti già firmati non si può tornare indietro, se non pagando penali assurde che graverebbero sulla collettività; quando si hanno pochi soldi bisogna mettere in fila le priorità (questo discorso delle priorità l'avevo anche già fatto su altro).
Ecco, la responsabilità è di tutti, fare i puri è facile, provare a cambiare le cose lo è di meno. Se però si è in tanti a farlo, ciascuno per quel che può e deve, allora forse riusciremo a fare qualcosa di importante per Milano e per i milanesi.
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