Non è il momento dei personalismi, è il momento in cui ciascuno deve fare un passo avanti.
Non è il momento delle grida sguaiate, è il momento in cui ciascuno, seriamente ed educatamente, dica la sua.
Non è il momento della conservazione, è il momento del rischio e del coraggio.
Non è il momento del dubbio, è il momento dell'ascolto.
Non è il momento del muro contro muro, è il momento della sintesi.
Non è il momento delle banche, è il momento dell'uomo.
Non è il momento del chiudersi, è il momento del lasciare aperte le porte della propria mente e del proprio partito, lo dico soprattutto al Pd.
Non è il momento di chi, in vent'anni, ha bruciato la sua credibilità inseguendo B., è il momento di chi ha qualcosa di nuovo da proporre e dare (e probabilmente ha vent'anni).
Non è il momento delle liste bloccate, è il momento delle primarie per tutti, per far scegliere prima che per candidarsi.
Non è il momento per spaccare in 4 il capello, abolire vitalizi, meno parlamentari, meno privilegi, equivalgono a più credibilità.
Non è il momento dei doppi incarichi, ciascuno si impegni al massimo nella parte che lo riguarda.
Non è il momento dei mega programmi, è il momento dell'ambiente, della scuola, della ridistribuzione del reddito.
Non è il momento di rifugiarsi nei secoli passati, la storia insegna, ma guarda avanti verso nuovi scenari.
Non è il momento della difesa di antichi privilegi di alcuni, è il momento di difendere una generazione dimenticata.
Non è il momento dei primi, è quello degli ultimi.
Non è il momento degli ex, è il momento dell'ora, con lo sguardo lungo verso il dopo (quello dei miei figli, per dire).
Non è il momento per litigare, è il momento di fare squadra.
Non è il momento della paura, è il momento della speranza di un mondo migliore.
Facciamoci brillare gli occhi, diamoci da fare, il momento giusto è questo.
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