Mi lasciano perplesso la tendenza del Santo Padre di nominare vescovi un po' in là con l'età e la scelta di far venire a Milano un pastore molto (troppo?) vicino al movimento di Comunione e Liberazione, che rappresenta solo una parte (che tende ad isolarsi) dei credenti della diocesi milanese.
Cerco però di giudicare dai fatti, per il momento concedo il beneficio del dubbio e accolgo calorosamente il nostro nuovo pastore. C'è molto da fare, in continuità con il lavoro iniziato dal cardinal Martini e da Tettamanzi, a cui va un ringraziamento per questi anni vissuti intensamente al fianco degli ultimi e dei bisognosi.
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