Alla fine ha vinto Pisapia, insieme all'indifferenza.
Hanno votato in pochi, poco meno di 65 mila, ed è questo il dato più preoccupante, perchè dentro quella cifra c'è tutta la debolezza del Pd, della candidatura di Pisapia a sindaco di Milano, della politica di smontamento del Pd attuata dalle altre forze politiche (erano previsti centomila votanti).
Cornelli a Majorino stamattina si sono, credo giustamente, dimessi, ma spero che restino ai loro posti, perchè il lavoro che hanno fatto è stato valido, presentando un progetto futuribile per la città; credo abbiano pagato il dazio per qualcosa di più "nazionale" che coinvolge il nostro partito, una disaffezione dovuta ad una incomprensibile linea politica sostenuta dai soliti settantenni che fanno i parlamentari da una vita.
Non mi piace come è maturata la vittoria di Pisapia, come ha sparato a zero sul nostro partito, come gli altri continuano a sparare a zero sul nostro partito; credo che ora stia a lui coinvolgere chi, come me, si metterà al suo servizio perchè diventi sindaco, presentandomi un progetto valido, che non può mettere al primo posto le unioni civili (pur giuste), perchè così si perde, e a me perdere non piace.
Stefano Boeri ha vinto nelle periferie, dove non c'è tempo di pensare alle segreterie dei partiti (l'accusa fatta al Pd è ignobile, se si pensa alle segreterie dei partiti che la fanno, esperte in magheggi), alle schermaglie politiche, alle lotte fratricide; nelle periferie c'è un poì più bisogno di futuro ed un po' meno di '68. Giuliano Pisapia dovrà dimostrare di essere in grado di coinvolgere non solo i salotti del centro, ma anche quelle periferie nelle quali i circoli del Pd sono davvero radicati, nel senso che vivono lì.
Il Pd della zona 9 e di Milano però si deve interrogare, dobbiamo cambiare passo, trovare nuovi modi per coinvolgere la gente, per scaldare i cuori, per far sognare i milanesi: andare al mercato a volantinare, lo dico da due anni, non bastava, non basta, non basterà.
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