giovedì 14 ottobre 2010

MA A MILANO SIAMO SICURI CHE CI SIA SICUREZZA?

STEFANO BOERI sulla sicurezza (prendetevi 5 minuni perchè ne vale la pena):

Penso fortemente che ci sia il bisogno di più vita e più luce nei quartieri. Questo significa che bisogna annullare le ordinanze di chiusura dei locali notturni, incentivare chi riapre i negozi sfitti nei quartieri in difficoltà, intensificare la frequenza dei mezzi pubblici negli orari notturni e illuminare i parchi pubblici e le zone periferiche.

La vera sicurezza parte da un presidio quotidiano sul territorio con un reale investimento sui vigili di quartiere. Dove sono i 500 vigili che dovevano prendere il posto di coloro che sono andati in pensione per esempio? I vigili, attraverso una formazione specifica in cui coinvolgere le reti associative di Milano, devono diventare figure fondamentali per la coesione sociale all’interno delle comunità locali, in dialogo costante con i custodi, i commercianti, le associazioni di quartiere e i cittadini. Pensiamo alla creazione di presidi di zona di vigili che devono stare aperti la sera. Bisogna investire anche sugli agenti di polizia. Mi chiedo, e con me tanti cittadini, dove sono i 500 poliziotti richiesti dalla Moratti più di due anni fa?

Sono convinto che il Comune dovrebbe aprire una vertenza con lo Stato sull’organico delle forze dell’ordine, ma anche per il rinnovo del parco macchine della Polizia che versa in una situazione disastrosa. Dobbiamo tornare ad avere 15 commissariati di zona e non più solo 9 e dobbiamo dare agli agenti gli strumenti necessari per il controllo del territorio. Oggi ci sono soltanto 15-18 volanti a turno su tutto il territorio di Milano.

Un altro punto sul quale vorrei puntare l’attenzione sono le scuole aperte per la vigilanza. Le ronde non hanno risolto i problemi della sicurezza urbana e, per fortuna, non hanno coinvolto i cittadini. Propongo, a partire dal modello inglese di Neighbourhood Policing, riunioni periodiche tra forze dell’ordine e cittadini per i problemi dei singoli quartieri. Da legare proprio alle scuole aperte, sia con corsi di educazione e sicurezza per i bambini sia, al pomeriggio, come sede di reti che coinvolgono vigili di quartiere e volontari tra i commercianti e i genitori, a cui i cittadini possono segnalare i loro problemi.

Arrivo ora a toccare il tema della criminalità organizzata, un fenomeno che merita attenzione da parte dell’amministrazione comunale, che è totalmente mancata da parte di chi si è appropriato dello slogan “La Mafia non esiste a Milano”. La mafia esiste, eccome: ci sono quartieri in cui la ‘ndrangheta presidia lo spazio pubblico. Per togliere le case popolari al controllo della malavita, è necessario coinvolgere l’ALER per aprire i cortili ai vigili urbani. Tra i nostri primi provvedimenti ci sarà anche la creazione di una Commissione Antimafia Comunale che lavori con la Commissione Parlamentare Antimafia, oltre a un comitato di iniziativa e vigilanza sulla correttezza degli atti amministrativi e sui fenomeni di infiltrazione di stampo mafioso.

Ultima proposta, non meno importante è quella di lanciare una grande campagna, a partire dalle scuole, contro lo spaccio di cocaina (sempre secondo i dati della Commissione Antimafia a Milano il consumo di cocaina coinvolge 120.000 persone). Bisogna fare una battaglia sociale per recuperare spazi di coinvolgimento collettivo, soprattutto per i giovani, rilanciando le biblioteche di quartiere e i centri di aggregazione giovanile che sono stati in gran parte chiusi da questa giunta.

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