Noi, oggi, non siamo qui per lamentarci. Oggi, davanti al baratro che vorrebbe condannare a morte il teatro Smeraldo, come davanti a tutte le voragini che vorrebbero inghiottire Milano, noi abbiamo il dovere morale di risalire. Risalire verso la Milano che vogliamo. Chi ci aiuterà a risalire? Ci aiuteranno le nostre idee, la nostra dignità di milanesi, la nostra voglia di strappare il destino di questa città a chi non se la merita.
Qualcuno cerca di farci credere che i partiti siano quelli degli articoli dei giornali, in cui non si capisce nulla, tra correnti, spartizioni, polemiche intestine. Ma quelli non sono i partiti, sono la loro caricatura. In questa campagna elettorale, sto conoscendo quel pezzo dei partiti che non va in tv e sui giornali, sto conoscendo decine di ragazzi, di uomini e di donne che si battono ogni giorno gratuitamente, in mezzo alla strada, per ridare un futuro alla loro città. E insieme dobbiamo spazzare via la logica antica e provinciale del ghe pensi mi. Basta ghe pensi mi. Adesso ghe pensa MILANO, ci pensa Milano, ci pensano i Milanesi. Ci pensiamo noi, caro Berlusconi, cara Moratti, noi che daremmo la vita, anzi daremo la vita per questa città.
La nostra Milano tornerà a fare sistema, tornerà ad essere la Milano delle relazioni. La Milano delle relazioni intense. La Milano delle eccellenze che finalmente impareranno a parlarsi, a scambiarsi idee; che troveranno finalmente il coraggio di uscire dalle loro gabbie dorate. La Milano delle libere professioni, che potranno tornare a interrogarsi sulla loro utilità sociale. Quella Milano di relazioni intense che già oggi vive nell’associazionismo, nel volontariato, nella cooperazione sociale, che finalmente troverà nell’amministrazione comunale un interlocutore attento e disponibile.
Signora Moratti, LEI è stata assente.
E non so come faccia a trovare il coraggio di ricandidarsi come Sindaco, addirittura di percepire uno stipendio quando è andata solo tre volte in cinque anni in consiglio comunale! Sono questi i suoi superpoteri? Si è per caso trasformata nella donna invisibile?
Noi invece saremo presenti, anzi lo siamo già.
Siamo presenti nei quartieri, nelle scuole pubbliche, nei negozi che non cedono al coprifuoco, nelle strade di Milano che la tv non inquadra, tra le persone che non fotografa nessuno. Soprattutto noi saremo presenti, presenti a noi stessi e alle nostre responsabilità.
Negli ultimi vent’anni ci hanno spento, accendendo in cambio coprifuochi. Hanno spento le luci dei locali e dei quartieri. Hanno spento gli sguardi dei ragazzi di Milano sul loro futuro. Noi oggi riaccendiamo quelle luci, riaccendiamo quegli occhi.
Siamo stanchi di sentir dire “Io me ne vado, qui è tutto uno schifo”.
Noi a questi giovani vogliamo dire: “Restate qui! Che se ne vada lo schifo!”.
Noi a questi giovani vogliamo dire: “Restate qui! Che se ne vada lo schifo!”.
Perché di fronte a un tramonto indimenticabile, a uno scorcio fantastico di città, a un concerto che muove l’immaginario, a un bel momento di vita sociale, a una scuola pubblica che si apre al quartiere, non si senta più dire “caspita! che bello, non sembra neanche di essere a Milano”.
Perché di fronte a qualcosa di bello si cominci a dire: “accidenti, che bello, SEMBRA di essere a Milano”.
Cari amiche, cari amici, andiamo tutti a riprenderci la nostra città.
Andiamo, tutti insieme, a vincere.
Perché di fronte a qualcosa di bello si cominci a dire: “accidenti, che bello, SEMBRA di essere a Milano”.
Cari amiche, cari amici, andiamo tutti a riprenderci la nostra città.
Andiamo, tutti insieme, a vincere.
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