giovedì 19 maggio 2011

MARIA GRAZIA GUIDA E FABIO PIZZUL

Milano ha un'anima che è la sua memoria, il suo presente, il suo futuro. Questa Milano è quella della solidarietà, quella che sta con gli anziani soli, con le famiglie che hanno in casa persone con sofferenza, con problemi di salute mentale, con le persone fragili, con le famiglie che con dignità affrontano ogni mese la famosa quarta settimana.
Questa Milano sta con i giovani che fanno fatica a trovare lavoro, con chi abita nelle periferie dimenticate, degradate, abbandonate dalla programmazione urbanistica.
Questa Milano sta con l'immigrato che non è solo utile perché lavora in settori delicati e disagiati, ma soprattutto è persona con diritti.
Questa è la Milano che ha saputo tenere vive culture diverse, plurali e convergenti, per costruire una città più umana, per creare sviluppo, sperare in un futuro che abbia in sé la cultura delle relazioni e della felicità.
Caro Sindaco Letizia Brichetto Moratti, questa non è la tua Milano e neanche quella di Silvio Berlusconi. Non è la Milano che poeticamente definisci del buon cuore, e nella quotidianità umilia i poveri con una neo-beneficenza da elite che pensa di trasformare o di utilizzare le elargizioni come merce da vendere e comprare consenso.
Questa non è la Milano che giustifica che chi è ricco di potere e di danaro possa essere sopra la legge, possa comprare tutto e alimentare intanto la cultura della paura della gente, paura spesso alimentata da una solitudine, voluta, nel disegno della città.
Non è questa neppure la Milano dell'Expo di cui parla questa giunta, che chiede invece una cultura solidale e globale che è l'opposto delle dichiarazioni quotidiane che promuovono rifiuto e chiusura e non sostengono e rispettano gli elementari diritti degli accordi internazionali sui profughi e rifugiati politici.
Non è questa la Milano culturalmente in grado di accogliere la sfida di una città globale che attrae. Noi impegnati da anni nella presenza di sociale e di volontariato non utilizziamo la paura di chi abita a Milano che è reale(è incertezza verso un futuro di sviluppo vero) stiamo con queste persone e vorremmo una Milano ospitale, coesa, che si sviluppa perché non urla, che non è soltanto rancorosa, non lancia slogan che nascono da pseudo culture di chiusura e di rifiuto.
Ci ricordiamo bene, caro Sindaco, 5 anni fa ti eri presentata proclamando la tua autonomia dai partiti. Ora sei in mano a partiti che ti rendono uno strumento di interessi che vanno oltre Milano.
Ancora un invito caro sindaco, per favore, lascia stare il volontariato e la sussidiarietà, non appartiene alla vostra cultura, a chi ha trasformato politiche sociali soltanto in problemi di ordine pubblico.
Non è questa la Milano sicura che si- cura.
Lo sanno anche le imprese, chi investe e opera in attività economiche nella città, ha bisogno di una città moderna e coesa. Quella che vogliamo costruire con Giuliano Pisapia è una città che sappia far crescere vicinanze vere, coesione sociale, disinteresse, perché si vuole davvero una politica del bene comune, che è per tutti, nessuno escluso. È per questo anche che come me, donna credente, che si ispira con coerenza e trasparenza a quel Vangelo delle beatitudini, come tanti, si sentono a casa loro in questa realtà politica, ampia e di alleanze, che vuole un cambiamento per Milano, stando con quanti non umiliano i poveri, non pensano di conquistare consensi in quella beneficenza calata dall’alto, perché crediamo che la vera carità vada a braccetto con la vera giustizia sociale.
Cara Letizia per questo vogliamo vincere questa sfida, stiamo da un'altra parte con serenità e determinazione coerente.
E lo diciamo anche a quei cattolici che esitano ancora a capire la posta in gioco, forse perché distratti dalla forma,dalla comunicazione patinata e poco interrogati dalla sostanza….. Siamo indignati per come si deridono stili di vita onesti, puliti, che curano e rispettano i sentimenti. Per come si sacrificandole famiglie che giustamente vogliono educare i propri figli e si preoccupano di costruire per loro un futuro onesto, non di scorciatoie… non possiamo chiudere gli occhi davanti a questo degrado etico e di comportamenti.
Pensiamo a modi di essere che nascono da scelte che valorizzano stili di vita felici e sobri. Da donne con le donne diciamo che vogliamo trasformare l'indignazione che abbiamo in forza politica di cambiamento. Non vogliamo che vinca la rassegnazione, il disinteresse.
Per questo facciamo un appello ad andare a esprimere un voto di cambiamento. Anche a chi si sente distante dalla vita politica attiva, questa società civile deve esprimersi con forza. Vogliamo stare con chi fa fatica e gioiosamente pensa ancora che i valori, quelli veri ed eticamente importanti, non si usano come mascherina ma si praticano, si vivono.
Per questo se non ora quando.

Maria Grazia Guida

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