martedì 10 gennaio 2012

AREA C SPIEGATA A MIO FIGLIO

Chi fa politica per davvero, per passione per il bene comune, certamente sa che deve essere lungimirante, non guardare al domani, ma ai prossimi anni.
E allora, su Area C, provo a scrivere come la spiegherò a mio figlio (sperando di averne), perché è soprattutto per lui che verrà varata.

Quando tu ancora non c'eri e il tuo papà era giovane, a Milano le macchine potevano andare in centro come e quanto volevano. Ce n'erano molte, un sacco di traffico. Si vedevano più macchine a Milano che in tutte le città europee che il papà aveva visitato.
Il traffico, lo stai studiando a scuola, crea molto inquinamento. Per questo motivo immaginati che a Milano c'era sempre una cappa pesante, l'aria era irrespirabile, si ammalavano un sacco di bambini, moltissimi anziani e anche tante mamme e papà. Quelli che venivano in città e non erano abituati chiedevano cosa fosse quella puzza.
I mezzi pubblici erano usati da poche persone, anche il tuo papà usava spesso la macchina per fare più in fretta, ma così inquinava l'aria che respirava.
Poi quando il papà faceva il Consigliere di Zona, il Sindaco Pisapia, dopo che un sacco di gente prima di andare in vacanza aveva chiesto di prendere provvedimenti per questa situazione, fece una scelta coraggiosa: chi voleva entrare in macchina in centro avrebbe dovuto pagare. I soldi di quelli che entravano sarebbero serviti per costruire le cose che tu hai adesso: un sacco di mezzi pubblici e tante strade solo per le biciclette, non pericolose.
Tante persone si lamentarono, perché volevano prendere a tutti i costi la macchina. 5 euro e la comodità della propria auto rispetto alla salute di tutti quanti non erano paragonabili, preferivano continuare a far ammalare le persone. Ti sembra impossibile, vero? Invece fecero proprio così.
Il Sindaco e i suoi colleghi pensavano a te, che ancora non c'eri, e testardi, correggendo nei primi mesi gli errori fatti in partenza, istituirono l'Area C.
Piano piano la rete dei mezzi pubblici diventò migliore, le strade per le biciclette di più e più sicure, l'aria più respirabile. Tutto perché quel Sindaco e i suoi colleghi non si fecero gli affari loro pensando solo a sé stessi, ma misero davanti a tutto il bene delle persone, della comunità. Dissero Noi, prima che io.
Ecco, se c'è qualcosa che voglio insegnarti da questa storia è proprio questa: non si può vivere in una comunità, qualsiasi essa sia, sia la famiglia, la tua classe, la città in cui vivi, senza comprendere che alcune volte bisogna sacrificare i propri interessi e bisogni in nome dei bisogni di tutti. Solo così ci sarà benessere e si vivrà bene insieme. Ti ho annoiato un po', ora torniamo a giocare.

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