Come sempre, quando si tocca un argomento relativo a vecchie ideologie e ricordi ormai ingrigiti, impazza la rivolta.
Questa volta è toccato a Vendola che vorrebbe far andare in pensione il termine "compagni", sostituendolo con la parola amici, attirandosi le ire e gli insulti di molti.
Io sono nato (per fortuna, a questo punto), nel 1987. Ho grande rispetto per chi ha vissuto una stagione politica importante e che ha segnato il proprio vissuto.
Però basta con questo continuare a voltarsi indietro, basta con i "si stava meglio quando si stava peggio", basta con la nostalgia di tempi che, per quanto mi riguarda, hanno segnato diversi fallimenti, basti pensare alla situazione in cui ci ritroviamo oggi, che necessariamente deriva da quella vissuta molti anni fa.
Mi sono stufato di persone che non riescono a guardare al di là del proprio naso, ex sesantottini frustrati, persone che non riescono a sopportare che il mondo si è trasformato.
Oggi la situazione richiede persone che sappiano guardare avanti, interpretare la realtà senza demagogia. Chi riesce a valorizzare l'esperienza passata per tenere quello che è ancora utile oggi è il benvenuto, chi spera di tornare agli anni '70 si faccia da parte.
Il suo tempo non è adesso. Questo è il nostro tempo, quello di chi quelle contrapposizioni, quell'ideologia afferamata attraverso i simboli e le parole, non le hanno vissute. Questo è il tempo della concretezza, di un cambiamento che necessariamente deve passare non da chi lotta per dieci minuti di pausa in più, ma da chi con i contratti a progetto o gli stage gratuiti non ha nemmeno diritto alla malattia.
Non so se sia giusto o meno, ma è la storia.
Non guarda in faccia nessuno e va avanti, baby.
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