Peccato che, come nel caso di quello nazionale, venga rispettato poco e niente (io mi sto battendo affinchè questo venga rispettato anche in zona, per dire).
Ora alcuni amministratori locali lombardi propongono un appello affinchè venga rispettata la norma, che non vuole essere solamente un appello, ma qualcosa di più.
Occorre un atto di coraggio da Milano e dalla Lombardia, un forte segno di discontinuità con il passato e un segnale di innovazione politica al partito e verso l'opinione pubblica. Scegliere i candidati al Parlamento con le primarie significa tutto questo. Ecco perché chiediamo al nostro partito di assumere questa decisione, che dovrà essere poi discussa nelle direzioni regionale e provinciale, e chiediamo di assumerla in totale autonomia. Chiediamo che la Lombardia si faccia promotrice di un nuovo metodo di selezione dei rappresentanti dei territori a Roma, aprendo così la strada a un percorso di innovazione politica di cui siamo certi il nostro partito ha un forte bisogno. [...]Tutti rottamatori maleducati o il buonsenso serpeggia pericolosamente nel Pd?
Per questo chiediamo che il partito assuma un orientamento chiaro: che tutti i candidati al Parlamento, anche coloro che sono al primo mandato, debbano essere scelti attraverso le primarie, questo garantendo, come stabilisce lo Statuto, il 50 per cento della rappresentanza femminile, e che non possano contare su alcuna deroga coloro che hanno già accumulato due mandati negli organi legislativi (Parlamento nazionale ed europeo o consiglio regionale), come peraltro già previsto nello Statuto del Partito democratico lombardo per i consiglieri regionali.
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